Nel mondo della medicina esistono cure, chiamate “cure palliative” che non hanno lo scopo né di accelerare o ritardare un processo e né di guarire una patologia. Hanno però il compito di preservare la miglior qualità di vita possibile dell’individuo. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono un approccio che migliora la qualità della vita dei malati affetti da patologie inguaribili e delle loro famiglie, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza con un ottimale trattamento del dolore fisico e altri sintomi.

Al San Giovanni di Dio di Cagliari, nel Centro delle Cure palliative e terapia del dolore, è possibile effettuare la terapia di supporto infusionale per pazienti oncologici, cronici e affetti da dolore fisico. Ma le cure palliative, spiega la dottoressa Maria Cristina Deidda, oncologa e referente del servizio «apportano sollievo anche al dolore di natura psicologica, sociale e spirituale. Quindi sollievo non solo nella fase terminale della vita e del lutto, ma in ogni fase del percorso di cura, anche durante la chemio e la radioterapia».

Il 29 maggio si celebra la Giornata nazionale dedicata alle cure palliative e al sollievo. La ricorrenza è stata istituita nel 2001 e quest’anno vede come obiettivo promuovere e sensibilizzazione la popolazione verso la cultura del sollievo.

“Le cure palliative esaltano la vita residua – continua la dottoressa Deidda -sia dei pazienti che delle loro famiglie, con l’ascolto, l’accoglienza, le tecniche di distrazione, la comunicazione e l’arteterapia, avendo sempre come fine, il preservare la qualità di vita della persona”.

Il prendersi cura invece che il solo curare, conclude la specialista dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, “sono il focus del nostro dare sollievo considerando la persona nella sua unicità, piuttosto che la malattia”.

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