Le ragioni che lo hanno spinto a compiere una manovra così scriteriata neppure il consulente tecnico della Procura è stato in grado di chiarirle, ma sul punto fondamentale della tragica vicenda non ci sono dubbi: l’investimento di cui è rimasta vittima l’incolpevole Tonia Dentoni, a soli 47 anni, a Selargius, dove abitava, mentre si accingeva ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, e per di più all’interno di un percorso ciclabile, è stato causato unicamente dall’automobilista che l’ha travolta, che però ora dovrà risponderne davanti alla Giustizia e ai familiari della donna.
A conclusione delle indagini preliminari del procedimento penale sull’incidente mortale del 20 agosto 2020, il Pubblico Ministero della Procura di Cagliari titolare del fascicolo, Emanuele Secci, ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale per il trentaduenne automobilista di Genoni (Sud Sardegna), F. M., che ha investito e ucciso la donna. Il Gip del tribunale di Cagliari, Lucia Perra, ha fissato per il 13 luglio 2022, dalle 9, l’udienza preliminare del processo.
Oltre all’autopsia, affidata al medico legale dott.ssa Michela Laurenzo, e che non ha fatto che confermare come il decesso di Tonia Dentoni sia stato dovuto alle fatali lesioni riportate nell’impatto con l’auto e poi con l’asfalto, il Sostituto Procuratore nell’ambito dell’inchiesta ha disposto un altro accertamento non ripetibile essenziale, una perizia cinematica per determinare dinamica, cause e responsabilità dell’incidente, incaricando l’ing. Stefano Ferrigno: alle operazioni peritali ha partecipato, quale consulente per la parte offesa, anche l’ing. Paolo Marcialis messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti, attraverso il responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, il papà, la mamma, i due fratelli e la sorella della quarantasettenne. I familiari di Tonia Dentoni attraverso Studio3A sono già stati risarciti e sono anche ben consapevoli che nessuna pena potrà mai essere commisurata alla loro perdita né riportare indietro la loro cara, ma ora si attendono un segnale anche dalla giustizia penale.
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