Secondo quanto riporta un’inchiesta del Financial Times, gli Stati Uniti si stanno preparando a imporre severe sanzioni su Hikvision, la multinazionale cinese della videosorveglianza accusata di aver contribuito alla schedatura e repressione delle minoranze etniche e religiose in Cina.
Il quotidiano britannico, dopo aver avuto conferme da quattro fonti diverse a conoscenza del dossier, rivela che “i funzionari della sicurezza nazionale Usa temono che la Cina possa utilizzare le telecamere di Hikvision sparse in tutto il mondo per attività di spionaggio”. L’amministrazione Biden sembra deciso ad andare fino in fondo e in tal caso si arriverebbe a un risultato di portata storica, perché le aziende e i governi che trattano con Hikvision, il più grande produttore al mondo di telecamere di sicurezza, rischierebbero di violare le sanzioni statunitensi.
L’Italia sarebbe senza dubbio coinvolta dato che i prodotti Hikvision si trovano oggi in migliaia di uffici pubblici, compresi procure e ministeri.
Secondo l’ultima inchiesta di Report a riguardo, seguita poi da Wired Italia, sarebbero circa 2.430 le telecamere made in China utilizzate nel pubblico. In Sardegna, se ne contano in tutto 306, di cui la maggior parte si trova a Cagliari: 176 soltanto all’Agenzia delle Entrate. Seguono San Gavino Monreale, con 41 dispositivi; il Comune di Porto Torres con 37 telecamere; il Comune di Lanusei, che ne conta 32; la Procura della Repubblica con sede a Tempio Pausania con 9 dispositivi; la Procura della Repubblica di Oristano che ne utilizza 8; il Comune di Portoscuso, con 3 telecamere.
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