La Sardegna è l’area del Mediterraneo che potrebbe produrre più energia dal mare: un potenziale di 13 kW per metro di costa, con grossi giacimenti soprattutto al largo della parte nord occidentale (nei pressi di Alghero) e in quella sud-ovest. Lo stabiliva uno studio dell’ENEA presentato a Cagliari in occasione della “Giornata Europea del Mare” nel lontano maggio 2017. Peccato che queste fonti di energia, divenute strategiche dopo l’esplosione del conflitto tra Russia e Ucraina, non potranno probabilmente essere sfruttate dall’Italia.
Nel 2018 – dunque immediatamente dopo la presentazione di quegli studi – l’Algeria, con un atto unilaterale, si è appropriata del mare territoriale fino ad arrivare a ridosso dell’isola. Risale infatti al marzo 2018 il decreto del presidente della Repubblica algerina che disegna la Zee (Zona esclusiva di competenza) del paese nordafricano che arriva proprio ai confini delle acque territoriali italiane, cioè a 12 miglia marine dalla costa sarda.
L’Italia aveva da subito protestato con l’Onu contro la presa di posizione algerina, ma senza ottenere una risposta concreta. Algeri aveva assicurato al governo italiano la “piena disponibilità a lavorare insieme, attraverso il dialogo, al fine di raggiungere una soluzione equa e reciprocamente accettabile sui limiti esterni della zona economica esclusiva dell’Algeria e dell’area marittima italiana, ai sensi dell’articolo 74 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”. Ma da allora nulla è cambiato e teoricamente l’Algeria ha la possibilità di piantare le trivelle a poche miglia dalla Sardegna.
La notizia è stata ripresa in questi giorni da numerosi media nazionali, tra cui la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano, su Rete 4. Morale: in queste condizioni – alla luce della crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino – l’Algeria potrebbe tranquillamente trivellare vicino alle coste della Sardegna per estrarre il gas e l’Italia sarebbe costretta ad acquistare il gas estratto a pochi chilometri dalle coste dell’Isola. Con un doppio danno, dal punto di vista economico e ambientale.
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