Il sindaco di Záhony, cittadina dell’Ungheria nord-orientale, ha inviato una lettera di ringraziamento all’ASCE Sardegna per il supporto legale e informativo che l’operatore Enrico Puddu ha fornito ai vari gruppi operativi sul territorio del suo Comune, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, l’unico dei cinque punti di accesso diretti tra i due Paesi dotato di una stazione dei treni. Oltre 507mila profughi ucraini (dati UNHCR aggiornati al 25 aprile scorso) sono entrati in Ungheria, e almeno la metà è passata da Záhony, salvo poi dirigersi a Budapest o verso altre destinazioni europee.
“I profughi che scendono al binario 5, ogni giorno vengono accolti da una moltitudine di volontari provenienti da tanti Paesi diversi”, racconta Enrico Puddu, rientrato nei giorni scorsi a Cagliari. “La maggior parte di loro viene accompagnata, a pochi passi dalla ferrovia, in una tenda che la Fondazione Cesvi Onlus ha allestito, in collaborazione con la municipalità locale e il World Central Kitchen, per accogliere le persone in transito. Lì hanno potuto riposare, consumare un pasto caldo, far giocare i bambini, ricevere informazioni e usufruire di una connessione wi-fi, delle stazioni di ricarica per i cellulari e rifornirsi di schede sim che consentono di mettersi in contatto con i propri cari. All’interno della tenda Cesvi, oltre alle donne volontarie del paese che sono le vere tuttofare del centro, si adoperano numerosi volontari, interpreti e anche tre giovani venuti dall’Inghilterra con un autobus carico di peluche e giochi per i bambini”.
Enrico Puddu è un esperto di immigrazioni, responsabile dell’Ufficio di Segretariato sociale dell’ASCE, un servizio di ascolto e di aiuto per le povertà estreme. Dal primo giorno, il suo compito è stato quello di supportare i volontari e la municipalità con informazioni e una consulenza sulla Protezione Temporanea Emergenza Ucraina derivata dalla Decisione Esecutiva del Consiglio UE 2022/382 del 4 marzo scorso. Oltre al materiale informativo tradotto in quattro lingue (italiano, inglese, ucraino e russo), portato dalla Sardegna, l’operatore ha fornito informazioni riguardanti l’ingresso, il transito e la permanenza in Ungheria, non solo nella tenda Cesvi ma anche all’Accomodation Center, in Comune o all’interno della stazione ferroviaria.
“Záhony – sottolinea Enrico – si è vista catapultata in pochissimo tempo in una crisi complessa, ma la gestione di tutti i problemi dovuti all’emergenza profughi e la questione Rom è stata trattata in maniera sempre attenta e senza forzature. Il sindaco e il Consiglio comunale di questa piccola cittadina, appartenenti ad una lista indipendente e che si discosta dalle politiche del governo centrale di Orban, sono stati lasciati soli dall’inizio dell’emergenza senza aver ricevuto nessun aiuto da Budapest. Nonostante tutto, sono riusciti ad affrontare la complessità della situazione in maniera più che ottimale, rendendo il sindaco Laszlo Helmeczi un esempio nella gestione di crisi di questa portata sia dal punto di vista politico che umano”.
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