“Ora è chiaro: per risolvere la situazione del pronto soccorso dell’ospedale di Nuoro non mancano i medici ma la volontà politica. Circostanza che mi porta ancora una volta a segnalare questa vicenda al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al sottosegretario Andrea Costa”. Lo annuncia la deputata nuorese Mara Lapia dopo essersi accertata che, dalla graduatoria stilata dall’azienda ospedaliera Brotzu sulla base del recente concorso per specialisti e specializzandi dell’emergenza urgenza, nessuno andrà al pronto soccorso del San Francesco sull’orlo della chiusura per mancanza di medici.
“Dei 19 specialisti idonei che hanno partecipato al concorso nessuno ha accettato la sede del San Francesco. Questo – sottolinea la componente della Commissione affari sociali e sanità della Camera – nonostante il bando prevedesse il loro impiego sulla base del fabbisogno indicato all’Ares ad ogni azienda sanitaria dell’isola. Ritengo che la situazione in cui da tempo versa il presidio ospedaliero del capoluogo imponga un altro approccio tanto più che la procedura concorsuale non concede ai medici di scegliere la sede”.
Per Lapia appare chiaro dunque che non vi sia alcuna intenzione, da parte dei vertici regionali, di salvare il front –office dell’ospedale nuorese. “I medici indispensabili per far funzionare il pronto soccorso sono stati dirottati altrove, dove – attacca la deputata – il fabbisogno è stato aumentato recentemente. A questo si deve aggiungere un’altra questione: al momento si sta scorrendo la graduatoria degli specializzandi del quarto e quinto anno, figure che potrebbero dare una mano al reparto, e manco a dirlo si sta ripresentando la stessa identica situazione”. Dopo l’invio del dossier del Governo, che ha manifestato la volontà di agire di concerto con l’assessorato regionale alla Sanità per restituire la piena operatività al reparto, la deputata Lapia non si ferma. “Alla luce di quanto ho appreso ho deciso di scrivere al ministro Speranza e al suo braccio destro. Non posso assistere in silenzio al dirottamento degli specialisti negli ospedali che, a differenza del San Francesco, pur tra innegabili difficoltà, non rischiano la chiusura ”.
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