Non è stato il Comune di Cagliari a eliminare le piante di plastica di vico Logudoro. L’allestimento della strada pedonalizzata limitrofa al mega hotel di lusso sembrerebbe in qualche modo entrato nella competenza della società che ha realizzato l’Hotel a 5 Stelle a Palazzo Doglio. Una sorta di pertinenza, a quanto parrebbe, da utilizzare per le importanti esigenze di mobilità proprie di un albergo di extra lusso.
In base all’accordo tra il Comune e la Downtown Cagliari – società il cui capitale sociale è interamente detenuto dalla Progetto Esmeralda (che a sua volta è una società con sede a Pula il cui capitale sociale è interamente detenuto da una società estera riconducibile alla famiglia Bazhaev, di nazionalità cecena, attiva, tra l’altro, nel settore energetico. La predetta società attualmente gestisce il resort di lusso “Forte Village” nel comune di Pula – frazione Forte Village) – l’hotel di lusso Palazzo Doglio si sarebbe potuto realizzare solo a patto che la società realizzasse delle opere di utilità pubblica. La riqualificazione e la pedonalizzazione di alcune strade, tra cui vico Logudoro, rientrano dunque in quel progetto. Pertanto dovrebbe rientrarci anche la scelta, senz’altro opinabile, di utilizzare i finti alberelli di ciliegio per addobbare le ordinatissime aiuole colme di ciottoli bianchi, scelta che ha scatenato le polemiche dei cagliaritani e gli ingiusti strali verso la incolpevole amministrazione di via Roma.
Gli alberelli finti della discordia non sono dunque da imputare al Comune di Cagliari (al quale ragionevolmente sarebbero da imputare tutte le scelte in materia di viabilità pubblica cittadina), ma con tutta probabilità a una società che oltre a un albergo di super lusso si trova in maniera inusuale a gestire anche delle strade pubbliche.
Ma a questo punto una domanda al Comune è d’obbligo, per trasparenza verso i cagliaritani che continuano a transitarvi normalmente: le strade attorno a Palazzo Doglio sono state pedonalizzate oppure sono state privatizzate? La differenza non è da poco.
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