Un appello al Governo e un richiamo all’assessore regionale all’agricoltura per una maggiore attenzione al comparto ovicaprino in Sardegna, fortemente penalizzato dal piano strategico sulla Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027 che l’Italia ha presentato alla Commissione europea. Gian Franco Satta, consigliere regionale del gruppo dei Progressisti e vicepresidente della commissione Attività Produttive, scrive una lettera indirizzata al Ministro Patuanelli per sottolineare l’importanza di un’azione comune a sostegno dei pastori sardi.
“La scorsa settimana – sottolinea l’esponente progressista – la Commissione europea ha inviato all’Italia una serie di osservazioni in merito al Piano strategico sulla Pac 2023-2027 presentato a Bruxelles il 31 dicembre 2021. La Commissione pone ben 244 rilievi e osserva come numerosi elementi del Piano siano mancanti, incompleti o incoerenti e che, pertanto, nella sua forma attuale, il documento non raggiunge un livello adeguatamente soddisfacente. A farne le spese, in Sardegna, è soprattutto il comparto ovicaprino, escluso dai pieni benefici legati ai premi del benessere animale: il settore, infatti, a differenza dell’allevamento di bovini da latte e da carne e di quello dei suini, non figura tra quelli rientranti nell’eco-schema per il pagamento del premio per gli allevamenti che praticano il pascolo o l’allevamento semi-brado. Un paradosso, questo, i cui effetti vanno a ricadere principalmente sui pastori, e in particolare su quelli sardi se si tiene conto che nell’Isola è presente quasi la metà del patrimonio ovino nazionale e oltre il 25% circa di quello caprino. Un danno che, tradotto in termini monetari, è stato già stimato in 133 milioni di euro all’anno, con una perdita media per azienda quantificabile in 12.000 euro”.
“Già da tempo – ricorda Satta – nell’ambito delle valutazioni regionali, il Piano era stato oggetto di critiche. Nei prossimi giorni, presso il ministero delle Politiche Agricole e Forestali è in programma il tavolo di partenariato della Politica Agricola Comune, allo scopo di riprendere i punti ancora aperti. In tutte le restanti fasi negoziali di chiusura del Piano, è necessario che la Sardegna, quindi l’assessore regionale, porti avanti ogni azione per salvaguardare gli interessi del settore”.
“Altro elemento che preoccupa – sottolinea ancora Satta – è la scarsa attenzione riservata ai territori marginali, i cosiddetti Leader nella normativa europea, a cui viene destinata una dotazione finanziaria addirittura inferiore al minimo richiesto. In Sardegna l’area di interesse coinvolge 292 Comuni, che occupano il 69% del territorio regionale ed in cui risiedono circa 550.000 abitanti. Si parla di paesi con problemi complessivi di sviluppo e spesso affetti da marcati fenomeni di spopolamento. In questo caso, la Commissione fa esplicita richiesta di aumentare nettamente le risorse finanziarie dello strumento a un livello adeguato alle esigenze che è chiamato a soddisfare”.
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