Pedalare sulle strade italiane (e sarde) è sempre più pericoloso. È quanto si evince dai dati dell’osservatorio Asaps (Associazioni sostenitori e amici della polizia stradale) riportati dal quotidiano Avvenire: sulle strade italiane muore un ciclista ogni due giorni.

Nel 2021 – riporta Avvenire – i ciclisti morti sono stati 180 (11 in più rispetto al 2020) I casi di investimento che hanno richiesto il ricovero con il codice rosso in prognosi riservata sono stati ben 989. Nel 2018 i ciclisti morti erano stati 219, l’anno dopo 253. Nel 2020 i decessi sono stati 169, nonostante la riduzione del traffico stradale per il lockdown e le misure di contenimento contro il coronavirus.

Da tempo – ricorda Avvenire – si discute su come fermare questa strage silenziosa. Tra i rimedi per tamponare il fenomeno si parla l’introduzione obbligatoria del casco per chi va sulle due ruote. Ma anche di strade meno dissestate e piste ciclabili costruite in modo completo e non a spezzoni che si da dove iniziano ma non dove finiscono. Come a Cagliari, dove circolare sulle piste – a rischio di investimenti e sportellate – è sensibilmente più pericoloso rispetto al transitare per strada. Infine la sicurezza passa per la sensibilizzazione degli automobilisti ad un maggior rispetto verso i ciclisti.

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