Il dato è noto: i ragazzi sardi – in un’età compresa tra i 15 e i 19 anni – sono ai primi posti in tutte le regioni d’Italia per l’abuso di cocaina, psicostimolanti, eroina e cannabis. Già a 15 anni hanno fatto uso e abuso di quelle che un tempo venivano definite droghe pesanti.

Adesso il report del Ministero della Salute sulle tossicodipendenze – riportato da un attento servizio de La Nuova Sardegna a firma dalla giornalista Silvia Sanna – riporta in primo piano il problema: e i numeri mettono i brividi. Sono i giovanissimi i nuovi utenti dei Serd, i servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema sanitario nazionale, in Sardegna come nel resto d’Italia.

In Sardegna i Serd sono18 e hanno in carico 3352 pazienti. Mediamente ogni anno ci sono un centinaio di nuovi arrivi, con la pandemia che ha avuto due principali conseguenze: l’abbassamento dell’età per quanto riguarda i nuovi assistiti e il ritorno di pazienti che avevano già seguito con successo il percorso di cura e ricaduti nelle dipendenze. La droga parla al maschile: l’85 per cento dei pazienti è uomo.

Nei Serd sardi, sempre secondo il rapporto pubblicato da La Nuova Sardegna, due terzi degli assistiti fanno consumo di eroina, diffusa in maniera particolare nella fascia d’età 45-55 anni, ma utilizzata anche dal 20-30enni e in alcuni casi anche da soggetti minorenni. La differenza la fa il tipo di utilizzo: i pazienti in trattamento da molti anni la iniettano in vena, i più giovani o le new entry la sniffano o la fumano sotto forma di polvere.

La seconda sostanza più presente è la cocaina, che spopola nella fascia tra i 15 e i 29 anni, poi ci sono stimolanti e allucinogeni, questi ultimi solo nella fascia 15-19 anni e sconosciuti agli adulti.

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