Tu e le tue amiche decidete di andare a vedere Baby Gang. Due giorni dopo: chi ha la tosse, chi la febbre, chi il mal di gola. Chi si va a fare il tampone. E’ diventata un caso virale su whatshapp la serata in discoteca di sabato scorso in cui tantissimi ragazzi minorenni hanno partecipato al concerto del cantante Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib. In queste ore nelle chat dei fans sta girando circola un video postato su Instagram da una delle partecipanti in cui si ironizza sul fatto che, a due giorni dalla serata, tantissimi partecipanti abbiano accusato febbre e mal di gola e tanti si siano andati a fare un tampone. Molti sono in ogni caso risultati positivi, anche se non risulta che ci sia stato un vero e proprio focolaio.

 

 

 

 

 

 

Intanto monta la polemica social e lo stesso cantante Baby Gang, in una storia su Instagram, cita il post di Luca Pisano, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna e Master in Criminologia IFOS, che venerdì scorso, alla vigilia della festa, aveva consigliato ai genitori, dopo avere accompagnato i figli minorenni in discoteca, “di rimanere all’esterno per vigilare sulla manifestazione di eventuali condotte a rischio”.

Pisano si era detto preoccupato non tanto per il contenuto delle canzoni di Baby Gang, ma “per ciò che il rapper può significare nell’immaginario collettivo di molti giovani, ormai dipendenti da una nuova “droga”: la subcultura digitale. […] che stimola il desiderio impellente […] di agire comportamenti trasgressivi. Anche per questo motivo, soprattutto questo sabato, ragazzini e ragazzine travestiti da star si parcheggeranno nel cortile della discoteca, accompagnati dalle consuete buste di plastica, cariche di vodka, Montenegro e marijuana. Per stordirsi prima di andare a ballare, per coinvolgersi, se ci sarà la possibilità, in risse e pestaggi. Non per odio o vendetta nei confronti di un coetaneo (emozioni autentiche ormai fuori moda), ma per il desiderio di sentirsi parte, almeno per una sera, dell’immaginario collettivo, emulando gli eroi negativi della subcultura digitale”.

“Togliete i social ai vostri genitori”, replica il cantante.

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