“A distanza di 5 anni la riforma del terzo settore non è stata completata. Oltre 360mila organizzazioni non profit italiane vivono alla giornata in attesa di decreti attuativi e circolari che o non giungono o sono contradittorie, alimentando a generare ulteriore confusione e sconforto fra gli operatori”. La denuncia arriva da 18 associazioni sarde, che operano nell’Isola ormai da anni.
“Da un lato – spiegano – ci sono tutta una serie di nuovi e gravosi adempimenti per l’iscrizione nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), che tra l’altro prevedono più stringenti controlli e requisiti di trasparenza, e dall’altro non si ha un chiaro quadro normativo di riferimento soprattutto in ambito fiscale. Il parlamento rinvia e nel frattempo la confusione aumenta”.
“In Sardegna la situazione è ancora più tragica – proseguono le associazioni – perché il mondo del terzo settore è legato a una interminabile querelle che vede da una parte il “Centro di Servizi per il Volontariato Sardegna Solidale” e dall’altra un limitato numero di pochi ma irriducibili enti che da sempre hanno cercato di prendere in mano tutto il settore sulla base di argomentazioni pretestuose, che sanno più di rancori di natura personale che di reali contenuti programmatici e operativi. Tali pretestuose contestazioni hanno anche provocato dei pronunciamenti della giustizia sia ordinaria che amministrativa, peraltro fino a ieri, sempre favorevoli al CSV Sardegna Solidale”.
L’ente in questione, dicono le associazioni, è un centro gestito da volontari per offrire servizi agli stessi volontari con costi del personale e di amministrazione inferiori al 10% del bilancio. Questo, secondo i rappresentanti del terzo settore, creerebbe problemi agli altri Centri di Servizio che hanno altri e ben diversi parametri.
Il CSV Sardegna Solidale, quindi, sarebbe “scomodo”. Ma per chi? “Per coloro che vedono negli enti in questione dei centri di potere economico e lavorativo; per coloro che di questi centri utilizzano buona parte dei fondi assegnati per le spese di amministrazione e di gestione delle proprie strutture; per coloro che politicizzano il terzo settore per avere rendite di posizione; per coloro che hanno scoperto che il terzo settore ha grandi numeri sia economici che elettorali”.
Quel che non è chiaro, a detta delle associazioni, è il motivo per cui il “Centro Servizi Sardegna OdV”, costituito di recente, “sia risultato ammesso e accreditato come Centro di Servizi senza possedere, né al momento della candidatura (30 luglio 2021), né al momento dell’accreditamento (9 novembre 2021), il principale requisito previsto dalla normativa ovvero quello di rientrare nella categoria degli “Enti del Terzo Settore” come definita dal CTS e dallo stesso “bando” da essi redatto e che lo stesso ente avesse i requisiti previsti dalla legge”. Il soggetto, dicono i rappresentanti del terzo settore, sarebbe dovuto essere escluso ai sensi dell’art. 5, commi 1 e 3 della “Procedura”, prima dell’esame del progetto presentato, in quanto privo dei requisiti. Inoltre, si sarebbe dovuto anche verificare se l’esame della candidatura dello stesso soggetto sia stata svolto proprio dai membri dell’OTC – Organismo Territoriale di Controllo Sardegna che versano in situazione di potenziale conflitto di interessi, il che porterebbe al probabile annullamento dell’accreditamento anche sotto questo profilo.
Ma c’è di più: parte dei componenti dell’OTC, che dovrebbe essere un organismo super partes, sarebbero collegati agli stessi componenti del “Centro Servizi Sardegna OdV” che poi si è vista assegnare il Centro di Servizi dall’ONC – Organismo Nazionale di Controllo che, tengono a precisare le associazioni, “è un ente politico composto in grande parte dalle fondazioni bancarie”.
La richiesta dell’accesso agli atti da parte del CSV Sardegna Solidale è stata negata dall’ONC. Motivo per cui il Tar di Cagliari, con sentenza n. 214/2022 depositata il 28 marzo 2022, ha accolto il ricorso di Sardegna Solidale, e ha dichiarato illegittimo il rifiuto dell’ONC di non trasmettere gli atti della procedura e del provvedimento di accreditamento del soggetto concorrente.
Nonostante ciò, l’OTC è andato avanti e ha provveduto all’accreditamento dei fondi previsti dal FUN, ignorando i giudizi del Tar di Cagliari e del Tar del Lazio.
Le associazioni poi fanno notare che il Centro Servizi Sardegna OdV è composto da una decina di enti, mentre il CSV Sardegna Solidale, che opera in Sardegna da oltre vent’anni è costituito da oltre 300 organizzazioni. “Questo vorrà dire qualcosa?”, chiedono i rappresentanti del terzo settore.
A mettere la firma, sono le seguenti associazioni: Federazione Misericordie Sardegna, Immigrati del Corno d’Africa, TDM 2000 odv, Rete sarda della Cooperazione Internazionale, ONUCAS, Amici di Sardegna, Associazione Studenti per la citta, A.Se.Con., Centro Servizi Ambiente Sardegna, Amici della Laguna, Tutrici e Tutori di Minori Stranieri Non Accompagnati Regione Sardegna, Cittadinanza attiva, La Casa di Prometeo, PROCIV Italia, PROCIV Coordinamento Sardegna, PROCIV AUGUSTUS Assemini, AVIS Sardegna, ASMA Sardegna.
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