Il Museo Nivola presenta la mostra “Nivola & New York. Dallo Showroom Olivetti alla Città incredibile” a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Carl Stein. L’opening sarà venerdì 15 aprile alle 12 proprio al Museo Nivola di Orani.
Costantino Nivola (Orani, 1911-East Hampton 1988), tra i protagonisti della scultura e della grafica italiane del Novecento, è stato una figura chiave nei rapporti tra Italia e America. Esule negli Stati Uniti perché antifascista, vi ha dato inizio a una carriera di “scultore per l’architettura” che lo ha visto collaborare con i più grandi maestri del Modernismo. Nel 1954 il suo rilievo per lo showroom Olivetti di New York ha segnato l’inizio del successo transatlantico del made in Italy.
Il rapporto di Nivola con New York, la città “incredibile” e “meravigliosa” che lo aveva accolto nel 1939 dopo la fuga dall’Italia, ha segnato in profondità il suo lavoro di artista. Eccitante, coinvolgente e al tempo stesso destabilizzante, il panorama urbano di New York è metafora della condizione umana nella modernità e postmodernità.
Il centro della mostra è il rilievo di Nivola per lo showroom Olivetti nella Fifth Avenue, realizzato dallo studio BBPR nel 1954, caposaldo dell’arte e dell’architettura italiane del dopoguerra e simbolo di un nuovo approccio alla comunicazione d’impresa.
Lungo 23 metri e alto 5, il monumentale fregio semiastratto, eseguito con la tecnica del “sand casting” (scultura in gesso da una matrice di sabbia), era l’elemento centrale di un’installazione che simboleggiava il cielo, il mare e la spiaggia mediterranei. Dopo la chiusura del negozio Olivetti nel 1969, fu ricollocato nel 1973 nello Science Center dell’Università di Harvard, per volontà dell’architetto Josep Lluís Sert.
In occasione della mostra ne è stata realizzata una ricostruzione fedele in scala 1:1 grazie all’utilizzo delle tecnologie di visual computing, stampa 3D e di videomapping.
Con i suoi 101 metri quadri di estensione, si tratta di uno dei più grandi progetti di riproduzione tridimensionale di beni culturali con fresatura robotica mai realizzato.
“La mostra – dice Giuliana Altea – ruota intorno a questo straordinario rilievo, esteso a coprire un’intera parete del museo, che ha esattamente le stesse misure dell’opera. La riproduzione consentirà di osservare da vicino i dettagli di una scultura il cui originale, conservato a Harvard, è difficilmente visibile dal grande pubblico. La sua realizzazione è frutto del progetto di digital humanities ‘Nivola X Olivetti’, che ha visto collaborare con la Fondazione Nivola le Università di Harvard e di Sassari, il CRS4, l’ISTI-CNR ‘Alessandro Faedo’ di Pisa, Make in Nuoro, il fab lab della Camera di Commercio di Nuoro, l’Archivio Olivetti di Ivrea e la Fondazione Olivetti di Roma”.
Se il rilievo Olivetti è il punto di partenza della carriera americana di Nivola, la Combined Police and Fire Facility del 1984 ne è il punto di arrivo. Come osserva Carl Stein, autore del progetto architettonico e amico di Nivola, “l’artista, al termine della sua carriera, ha scelto un approccio narrativo e antimonumentale, raccontando il lato umano delle forze di polizia, mettendone in luce la responsabilità civica, concentrandosi su episodi di quotidiana presenza dello Stato invece di esaltare i valori assoluti dell’istituzione”.
Tra questi due capitoli della vicenda newyorkese di Nivola si situa, all’inizio degli anni Sessanta, il progetto della Stephen Wise Recreation Area, un insediamento di case popolari nell’Upper West Side per cui Nivola eseguì un grande graffito murale, delle sculture, una fontana e un playground con un gruppo di cavallini in cemento stilizzati.
“I cavallini della Stephen Wise – afferma il direttore Luca Cheri – sono una delle invenzioni più felici e gioiose di Nivola, e dopo l’accesa protesta popolare sollevata dalla loro minacciata distruzione nel 2021 sono diventati il simbolo della capacità dell’arte di Nivola di toccare il suo pubblico.”
Completa la mostra una selezione di dipinti e disegni sul tema di New York. Oltre a intervenire nelle strade e negli edifici di New York con i suoi progetti – il cui tessuto connettivo è ricostruito in una timeline che mostra la presenza pervasiva dell’opera dell’artista sardo nella Grande Mela – Nivola è tornato a più riprese sul tema della metropoli nella sua produzione grafica e pittorica. Le opere esposte colgono la natura caotica ed eccitante di New York, rendendo al tempo stesso l’incalzante fluire della vita urbana e il senso di spiazzamento e disorientamento che questo può produrre.
“Questa mostra – dice Antonella Camarda – è il frutto della collaborazione fra umanisti, scienziati e imprese. È lo stesso spirito di sperimentazione e costante innovazione che ha caratterizzato l’approccio di Costantino Nivola ed è stato tratto distintivo dell’Olivetti. L’azienda di Ivrea ha fatto del binomio fra arte e tecnologia, antico e moderno, una bandiera negli anni cruciali della diffusione del made in Italy negli Stati Uniti”.
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