“La comunità scientifica italiana non mostri indifferenza verso l’Einstein Telescope, ma supporti un progetto che rappresenta un’occasione unica per tutto il nostro Paese”. Lo dice a gran voce il comitato Einstein Telescope in Italia, un team di 5 giovani fisici che nei giorni scorsi ha lanciato una petizione che ha superato già le 1300 firme.
La richiesta è molto chiara: l’Einstein Telescope deve essere installato in Italia. “Il nostro Paese può giocare un ruolo di primo piano nella costruzione del telescopio – spiegano i componenti del comitato, Samuele Resmini dell’Università di Pavia, Beatrice Nettuno (Monaco), Filippo Borgogno (Torino), Gaia Andreani (Parigi) e Maddalena Bugatti (Ginevra) -. Un progetto, previsto all’interno degli investimenti finanziabili con le risorse del Recovery Fund e del Pnrr, che promette di rivoluzionare il mondo della ricerca scientifica del futuro e creare 35mila nuovi posti di lavoro, con evidenti ricadute a catena su tutti i settori produttivi, dalla meccanica di precisione alle strutture ricettive”.
Si tratta, infatti, del più grande e sensibile rivelatore di onde gravitazionali mai realizzato finora, in grado di aprire orizzonti completamente nuovi nell’osservazione dell’universo.
Ad oggi sono due i siti candidati per la sua installazione: uno in Italia, a Lula, nelle miniere di Sos Enattos, in provincia di Nuoro, e l’altro in Olanda. “In questa fase di valutazione – aggiungono i cinque fisici – è fondamentale sostenere la candidatura del sito italiano, che porterebbe il nostro Paese a diventare un punto di riferimento della ricerca internazionale e mondiale, perché si tratterebbe di mettere le basi per il Cern del futuro. Le istituzioni si sono già mosse e hanno supportato apertamente la candidatura del sito sardo ora anche l’intera comunità scientifica italiana faccia la sua parte”.
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