Sarebbe stato un emendamento al cosiddetto “Piano casa” (legge quasi integralmente bocciata dalla Corte Costituzionale) il provvedimento legislativo al centro dell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto del consigliere regionale Valerio De Giorgi per una presunta corruzione e voto di scambio. Insieme al politico sono finiti ai domiciliari anche l’imprenditore Corrado Deiana e il portaborse di De Giorgi Marco Pili.
L’emendamento nel mirino avrebbe permesso all’imprenditore edile di bypassare il regolamento comunale di Quartucciu e poter costruire un palazzo di quattro piani (quattro appartamenti, secondo l’accusa, sarebbero stati il corrispettivo pattuito).
Intanto, mentre la magistratura è al lavoro sull’inchiesta, l’arresto di De Giorgi, eletto nelle fila di Fortza Paris, ha (poche) ripercussioni politiche. Dopo l’arresto del consigliere al suo posto in Consiglio regionale entra Paolo Congiu, primo dei non eletti nella lista Fortza Paris (nel 2018 peraltro lo stesso Congiu aveva presentato ricorso contro l’elezione di De Giorgi).
Chi prende nettamente le distanze dal politico arrestato è il presidente di Fortza Paris, il generale Gianfranco Scalas. “Era stato eletto sì in quota Fortza Paris, ma subito dopo aveva intrapreso una strada differente e non ha mai rappresentato il partito, ma un movimento chiamato Sardegna Forte”, scrive Scalas in una nota).
In passato De Giorgi è stato presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, l’unico parlamentino di cui faceva ancora parte al momento dell’arresto (ora il presidente è il sardista Stefano Schirru).
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