Senza il gas russo l’Italia rischia un’inflazione a due cifre. Lo dice in un’intervista al Messaggero Davide Tabarelli, professore di Economia all’Università di Bologna. “I prezzi – spiega – esploderebbero visto che lo stop sarebbe da tutta l’Europa. Il gas supererebbe i 300 euro per megawattora e si aggiungerebbe il carburante: si rischia la benzina a 3 euro con il petrolio tra 200 e 300 dollari al barile. L’inflazione andrebbe ben oltre il 14%. Non possiamo farci così male. La scelta è politica, ma dobbiamo conoscerne il prezzo».

Secondo il professore “trovare a breve 15 miliardi di metri cubi di gas sui 29 attuali di Mosca, mi sembra ottimistico. Anche se fosse così, dovremmo comunque razionare i consumi. Se non lo fa la politica, lo fa il mercato. Lo sta già facendo”.

Questo è dato dal fatto che “a questi prezzi, molte imprese hanno bloccato i forni o ridotto la produzione: stanno distruggendo la domanda. Finché non scendono i consumi non scenderanno nemmeno i prezzi. La consolazione è che oggi il gas costa 110 euro per megawattora, la metà rispetto a inizio guerra, ma sempre cinque volte i valori di un anno fa. Negli Usa il gas costa 14 euro». Anche la Russia, però, non può interrompere le forniture. Per una ragione tecnica: «rovinerebbe tutto il suo sistema di giacimenti. Ma Mosca ha anche detto, in linea con la storia degli ultimi 70 anni, che onorerà i contratti di importazione”.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it