Non sono sufficienti a placare la disperazione degli autotrasportatori sardi le risposte che arrivano da Roma. La protesta rischia di andare ad oltranza, come annunciato negli whatsapp circolati la scorsa settimana che hanno creato il panico tra i sardi, e i presidi davanti ai porti e nelle zone industriali in mancanza di risposte concrete si prolungheranno almeno fino al 31 marzo. Con conseguenze drammatiche.
Intanto ieri le Federazioni aderenti a UNATRAS, dopo aver esaminatole indicazioni sui possibili interventi presentati nell’incontro di martedì sera al Ministero dei Trasporti, hanno hanno giudicato insufficienti le proposte del Governo, ribadendo lo stop nazionale per il prossimo 4 aprile. In programma nell’immediato anche una manifestazione, sabato prossimo 19 marzo nel Sassarese, organizzata da pastori e autotrasportatori.
Intanto ieri sera del caro carburanti si è parlato in Consiglio regionale dove la quarta Commissione ha ricevuto una folta delegazione degli operatori economici in protesta nei porti di Cagliari e Oristano, votando poi all’unanimità una risoluzione che impegna il presidente della Giunta a sollecitare il Governo Draghi ad adottare ”interventi immediati per calmierare il prezzo dei carburanti e ad individuare compensazioni a favore degli autotrasportatori e delle attività produttive per i maggiori costi sostenuti”.
La delegazione degli autotrasportatori, con in testa il noto imprenditore Alberto Cellino, insieme con Anna Maria Schirru (autotrasporto), Daniele Scalas (artigiano), Pierpaolo Milia (imprenditore nel settore dell’allevamento e dei mangimi), Gianluca Frongia (autotrasporto) e Manuela Pintus (sindaco di Arborea) hanno portato all’attenzione del parlamentino presieduto da Giuseppe Talanas (Fi) il dramma delle aziende dell’autotrasporto e le sempre crescenti difficoltà per gli approvvigionamenti nelle aziende agricole e più in generale in quelle dell’agroalimentare.
Gli aumenti denunciati (prezzo del gasolio alla pompa in continua crescita e praticamente raddoppiato nel corso degli ultimi mesi) hanno riguardato anche il costo dell’energia elettrica (bollette più che triplicate nel corso degli ultimi sei mesi). Da qui la richiesta di un intervento immediato per il comparto dell’autotrasporto («in un’Isola se si fermano i trasporti muore l’economia») e un’azione ferma nei confronti del Governo “perché si arresti subito l’enorme speculazione in atto sul prezzo dei carburanti”. «La situazione non è più sostenibile – hanno denunciato gli imprenditori – e se si aggiungono agli aumenti di questi ultimi mesi, anche il costo dei noli marittimi e le note penalizzazioni per la condizione di insularità si ha meglio l’idea di quanto il sistema produttivo sardo sia ormai prossimo al collasso».
A sostegno delle ragioni della protesta in atto negli scali sardi, gli interventi di tutti i consiglieri in rappresentanza sia dei gruppi di maggioranza che di opposizione che, stimolati anche dal presidente Talanas, hanno concordato una serie di proposte da discutere in occasione della prossima riunione del Consiglio regionale, in programma martedì prossimo. Tra queste, insieme con la discussione approfondita in Aula della vertenza “caro carburante” e “caro energia”, anche l’esame di una serie di proposte di legge in materia di trasporti e di sostegni alle piccole e medie imprese.
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