Monta anche la protesta dei pescatori, in enorme difficoltà non soltanto per il caro del gasolio ma anche per i continui controlli che paralizzano la distribuzione all’ingrosso del pescato, minando i pochissimi margini di guadagno. Questa mattina a partire dalle 3 una trentina di uomini della Asl, della Polizia municipale e della Guardia costiera hanno effettuato un blitz al mercato ittico di viale La Playa. E molti operatori – esausti per l’ennesimo controllo – hanno deciso di sacrificare una giornata di lavoro per protestare contro una situazione ormai insostenibile.
“Ore 4.15 di un qualunque mattino al mercato ittico all’ingrosso di Cagliari – racconta su Fb Fabrizio Strazzera in un post che spiega le ragioni della protesta -. Anche oggi per gli operatori inizia una giornata quando per tanti altri ancora non è terminata la precedente. Una vita fatta di sacrifici, un mestiere avaro e saturo di insidie aspirando a sbarcare il lunario. Normative calate dall’alto impongono gravosi (e spesso inutili) oneri, costi insostenibili per una filiera debole in balia della concorrenza della grande distribuzione e dei grandi gruppi, una categoria vessata oggi per l’ennesima volta. Ad attenderci questa mattina dalle 3.00 un dispiegamento di forze quantomeno sovradimensionato, con una trentina di operatori tra Asl, guardia costiera e polizia municipale, con lo scopo di “controllare la regolarità delle operazioni”. Sarebbe anche lecito e persino auspicabile, non fosse che l’operatività del mercato è stata paralizzata. Sarebbe assolutamente normale, non fosse che fuori dal perimetro del mercato c’è il far west (commercialmente parlando) e i nostri solerti sceriffi voltano lo sguardo. Sarebbe un’attività socialmente utile, non fosse che agli operatori privati vengono richiesti requisiti insostenibili, mentre la struttura pubblica deficita dei servizi più essenziali. Saremmo ben lieti di essere tutelati dalle autorità, non fosse che ormai gli agenti sono ridotti al ruolo di esattori. Sarebbe tutto giusto, in un mondo ideale, non fosse che siamo in Italia. Nelle foto, gli operatori della filiera che, esasperati, decidono di sacrificare la giornata lavorativa manifestando davanti ai cancelli per far sentire con orgoglio la propria voce”.
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