Secondo giorno di protesta per gli autotrasportatori sardi che, in mancanza di risposte, minacciano di proseguire ad oltranza la protesta per il caro del carburante.
Ieri nelle tante manifestazioni organizzate all’ingresso dei porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres, e nelle zone industriali di Nuoro e Macomer, non ci sono stati grossi disagi. Nonostante le grandi colonne di Tir che da ieri mattina hanno rallentato il traffico della 131.
Gli autotrasportatori segnalano una situazione insostenibile, con perdite economiche enormi. “Se il prezzo del gasolio sale del 25/30% siamo già sotto – hanno spiegato all’Ansa -. Ora siamo al 55% di aumento e per noi è impossibile andare avanti. Perdiamo 2mila euro al mese”. Se a gennaio dell’anno scorso 300 litri di gasolio costavano 410 euro, a gennaio di quest’anno sono passati a 525 euro, fino a quando a marzo si è arrivati a 670 euro.
Seduti sui tir che abitualmente solcano le strade per portare viveri e altri beni di consumo, gli autotrasportatori vogliono garanzie per poter continuare a lavorare.
Gli occhi sono puntati sull’incontro in programma oggi a Roma tra la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Teresa Bellanova e le organizzazioni di categoria. Per trovare una soluzione a una situazione che attualmente pare insostenibile per ora c’è un pacchetto di 80 milioni di aiuti di Stato. Basteranno?
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