i-progetti-di-gasdotto-in-sardegna-non-possono-essere-valutati-a-pezzi-e-pezzettini

Rilanciare il progetto GALSI per contribuire in ambito nazionale alla limitazione della dipendenza energetica dalla Russia con la diversificazione delle fonti fossili di approvvigionamento energetico nel nord Africa e, contestualmente, per assicurare alla Sardegna il rifornimento e la distribuzione di gas metano in modalità strutturale e capillare e quindi migliori condizioni di competitività per imprese e famiglie.

E’ quanto chiede una interrogazione indirizzata oggi dal consigliere regionale Fabio Usai al Presidente della Regione e agli Assessori competenti della Giunta.

“L’inaccettabile invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia – ha sottolineato Fabio Usai nell’interrogazione – ha evidenziato in maniera drammatica e strategicamente insostenibile la dipendenza energetica, per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas metano, dell’Italia da parte di quest’ultima. Il 40% del totale del gas metano importato in Italia (29 miliardi di metri cubi all’anno) proviene dal territorio russo e la maggior parte dell’energia elettrica prodotta nel nostro Paese deriva da centrali alimentate con questa fonte. Il costo del gas, ha proseguito il Consigliere regionale, già prima dell’aggressione militare russa ai danni dell’Ucraina, era soggetto a insostenibili rincari ma nell’attuale fase, anche a causa delle incertezze nell’approvvigionamento derivate dal conflitto in atto, dall’inevitabile deterioramento nei rapporti con la Russia in virtù delle durissime sanzioni finanziarie comminate da UE, NATO e altri Paesi come la Svizzera, è in continua ascesa con gravi ripercussioni sull’entità delle bollette elettriche e in generale sui costi per aziende e famiglie nella produzione, vendita e acquisto di beni, a partire da quelli di prima necessità”.

“Sia la Commissione europea che il Governo nazionale – ha aggiunto Usai – hanno inaugurato una nuova dottrina in campo energetico allo scopo di eliminare ogni possibile dipendenza dalla Russia, avviando iniziative legislative per incentivare il potenziamento delle infrastrutture di approvvigionamento energetico continentali e nazionali – ad esempio con l’estrazione di maggiori quantità di gas nel mar Adriatico, nonché per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico da fonti fossili da Paesi terzi, tra cui gli Stati Uniti, il Qatar e l’Algeria”.

“Ancora oggi, ha proseguito l’esponente politico, la Sardegna è l’unica regione italiana impossibilitata, per l’assenza di infrastrutture finalizzate al suo trasporto e alla capillare distribuzione, a utilizzare il gas metano e in conseguenza di ciò ha subito nel tempo gravi diseconomie e deleterie conseguenze economiche per famiglie e imprese. Proprio in queste settimane, ha aggiunto il Consigliere regionale, si attende la promulgazione del DPCM che dovrebbe dare il via libera all’installazione di due FSRU nei porti di Porto Torres e Portovesme, con la totale contrarietà delle rispettive Amministrazioni comunali locali e delle associazioni ambientaliste. Ma nessuna infrastruttura stabile di distribuzione del gas, ossia dorsale di trasporto, è stata prevista verso e in prossimità di tutti gli altri centri dell’isola, con tutto ciò che questo potrà comportare in termini di impatto ambientale (il trasporto è previsto su gomma), sicurezza stradale, difficoltà e convenienza nell’approvvigionamento. E con l’entrata in vigore del DPCM non esiste, per adesso, alcuna certezza sul prezzo finale del gas metano per imprese e famiglie”.

“Ovviamente dall’arrivo del gas metano nell’isola, ha chiarito Fabio Usai nel documento, dipende anche il futuro di importantissime vertenze industriali quali EurAllumina e pertanto è necessario fare tutto il possibile per assicurare un approvvigionamento strutturale dello stesso, conciliando le esigenze del sistema produttivo regionale e delle famiglie con quelle delle comunità locali. Dal 2003, ha ricordato l’esponente politico regionale, esiste il GALSI, ovvero un progetto per la realizzazione di un gasdotto che dall’Algeria sarebbe in grado di trasportare 10 miliardi di metri cubi annuali di gas metano attraverso la Sardegna e fino alla Toscana. Grazie a esso si potrebbe ridurre di 1/3 la dipendenza italiana dal gas russo, contribuendo all’abbattimento delle tariffe e permettendo alla nostra isola di poter usufruire di questa importante risorsa per i prossimi decenni: perlomeno fino alla decade 2050-2060, stimata alla COP26 di Glasgow come tappa finale del processo di transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili nel pianeta”.

“Questo progetto, il cui costo si stima intorno ai 2 miliardi di euro e dunque molto meno dell’elettrodotto previsto dal DPCM energia, ha spiegato il Consigliere regionale, fu accantonato nel 2014 con motivazioni poco chiare e per nulla condivisibili, ma ancora oggi è provvisto delle autorizzazioni necessarie per la sua realizzazione: pertanto sarebbe realizzabile nel giro di pochi anni e comunque compatibilmente col tempo fissato dal Ministro della Transizione Ecologica Cingolani per l’eliminazione della dipendenza energetica dell’Italia da parte della Russia. Col metano strutturalmente ed equamente distribuito nell’isola, il settore industriale sardo, dal metallurgico, al manifatturiero, all’agroindustriale, nonché lo stesso settore dei servizi, godrebbero in prospettiva, una volta stabilizzati i prezzi, di un riequilibrio sostanziale dei fattori di competitività. “Pertanto, questa la richiesta di Fabio Usai al Presidente della Regione e alla Giunta, si rimoduli la strategia energetica regionale e si intervenga presso il Governo nazionale per perorare il rilancio del progetto GALSI, quale opera di rilevanza strategica per la riduzione della dipendenza energetica dell’Italia dalla Russia, nonché per assicurare l’approvvigionamento e la distribuzione equa e capillare di gas metano alla Sardegna e così colmare strutturalmente uno dei suoi più gravi deficit, in campo energetico, rispetto alla penisola”.

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