Sono in agitazione i circa cento lavoratori della RSA Monsignor Angioni gestita dalla Congregazione Religiosa suore figlie di Maria SS. Madre della provvidenza e del Buon Pastore che ancora non hanno avuto il saldo della mensilità di gennaio. Oramai da sette anni, dopo aver ricevuto una circolare con la quale si comunicava che per qualche mese, a fronte di difficoltà economiche, avrebbero percepito lo stipendio suddiviso in due trance (il 70% entro il 10 del mese e il restante 30 % entro il giorno 20) nulla è cambiato.
“I lavoratori si trovano ancora in una situazione di permanente instabilità economica”, si legge in una nota della FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità) guidata da Giampaolo Cugliara -. Fino allo scorso 8 marzo non avevano ancora percepito il saldo del 30% relativo al lavoro svolto nel mese di gennaio e temono fortemente che anche l’acconto del 70% previsto per oggi 10 Marzo sia a rischio, per non parlare poi degli arretrati dovuti dalla Congregazione Religiosa ai suoi dipendenti per il mancato adeguamento contrattuale (CCNL ARIS-AIOP 2020)”.
Nella struttura assistenziale sono ospitati tanti anziani e la situazione di incertezza dei lavoratori rischia di avere conseguenze inevitabili sull’assistenza erogato a fino ad oggi.
“I lavoratori hanno bisogno di poter garantire economicamente la propria famiglia e questi ritardi non lo permettono, saltano i pagamenti per i quali i lavoratori si sono impegnati: mutui, prestiti, bollette, etc”, scrive il sindacato che chiede il pagamento dello stipendio puntuale in un’unica soluzione e la corresponsione della retribuzione contrattualmente dovuta, con gli arretrati maturati derivanti dal rinnovo del CCNL ARIS-AIOP nella misura del 100% e non del 50% come proposto dalla congregazione (non si può chiedere ai lavoratori l’applicazione di un 50% a fondo perduto sul lavoro già svolto).
“Stanchi delle risposte fornite dalla Congregazione che attribuisce inadempimento contrattuale al mancato rispetto della deliberazione n. 38.36 del 21.09.2021 (che ha destinato alle strutture ospedaliere con contratto ARIS/AIOP i fondi per la copertura del 50% degli incrementi contrattuali), si chiede all’Assessore alla Sanità della Regione Sardegna di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla posizione dichiarata dai rappresentati legali della RSA, i quali sostengono di avere diritto ai fondi citati poiché la RSA aderisce al CCNL ARIS-AIOP. La FIALS a tutela dei propri iscritti si vedrà costretta ad intraprendere tutte le iniziative, anche di natura giuridica, necessarie per la tutela dei diritti violati”.
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