Il prezzo sale, rifornimenti a rischio per mangimi, farine e panificati. L’80 per cento dei cereali importati in Sardegna passa dallo stabilimento di Oristano del gruppo Martini e arriva dal Mar Nero, soprattutto da Russia e Ucraina. Questo fa capire quanto la prosecuzione del conflitto sia destinata a incidere pesantemente sulla zootecnia isolana.

Il problema è duplice. Da un lato l’aumento dei prezzi, che si ripercuote sul costo del prodotto finale, dall’altra le scorte. Perché se la guerra dovesse proseguire il rischio è che non ci sia la semina: il prossimo anno potrebbe non esserci raccolto.

La questione più impellente è legata alle scorte. Attualmente arrivano fino ad aprile. Poi potrebbe esserci carenza di beni essenziali, primo tra tutti il pane.

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