“Grazie Putin, bombardaci Teulada”. È il messaggio scritto su uno striscione appeso nel paese in provincia del Sud Sardegna, che ospita il poligono permanente dell’esercito, istituito nel 1956, e messo a disposizione della NATO. Dopo quello di Quirra, è il secondo più grande d’Italia e d’Europa, ed occupa una superficie di circa 7200 ettari.
Il testo riprende una parte del brano “Robespierre” della band emiliana Offlaga disco pax: “Una scritta degli ultras della Reggiana/ Dopo il raid aereo americano su Tripoli negli anni Ottanta/ Diceva: ‘grazie Reagan, bombardaci Parma’”.
Il messaggio, anonimo, è chiaro: fuori le basi NATO dall’Isola. Fuori la superpotenza statunitense dal territorio sardo. Il poligono di Capo Teulada, infatti, è da sempre considerato una “servitù militare” a tutti gli effetti, tant’é che soltanto nel giugno 2021, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Maria Alessandra Tedde, ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Emanuele Secci al termine dell’inchiesta sugli effetti di anni di esercitazioni militari nel poligono. L’accusa è di disastro ambientale e vede coinvolti cinque capi di stato maggiore che avevano responsabilità sul poligono.
La guerra in Ucraina, si è detto più volte, non è altro che un braccio di ferro tra Usa e Russia, con i primi che schierano le truppe NATO a due passi dal Cremlino. E Putin, risponde di conseguenza. Il capo di Stato russo ha ribadito più volte che il suo Paese è stato negli anni circondato dai militari americani, che lo hanno messo sotto scacco. Ora per il leader ex spia del Kgb è arrivato il momento di contrattaccare.
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