Province Sud Sardegna Uta, un’altra drammatica lettera delle detenute: “Siamo state abbandonate”

Uta, un’altra drammatica lettera delle detenute: “Siamo state abbandonate”

Le detenute del carcere femminile chiedono la possibilità di avere misure alternative, contatti con i propri familiari e con le educatrici, un garante dei detenuti e una commissione interna dove esporre le loro problematiche

“Qui si sta morendo, c’è gente che sta tentando il suicidio e se qualcuno è entrato sano, qui si ammala psicologicamente ed in modo grave”. Inizia così un’altra drammatica lettera delle detenute della sezione femminile del carcere di Uta.

Le detenute denunciano ancora una volta una drammatica condizione sanitaria per il Covid e chiedono la possibilità di avere misure alternative alla detenzione. Inoltre chiedono che siano concesse le 6 ore ministeriali previste per i contatti con i propri familiari nel rispetto del piano Covid, la possibilità di incontrare le educatrici che mediano con l’amministrazione, la possibilità di fare con i propri cari videochiamate di almeno 30 o 45 minuti come in altre carceri, un garante dei detenuti e una commissione interna dove esporre le loro problematiche. Le detenute chiedono inoltre lo stop ai lavori non retribuiti all’interno del carcere, la semplificazione delle richieste per i colloqui e l’indulto.

“Siamo davvero al limite – scrivono – ci manca il minimo rapporto d’affetto con i nostri familiari. Siamo abbandonate dal carcere e non veniamo seguite in una seria riabilitativa formazione. Auspichiamo che si possa al più presto rendere ammissibile la proposta di scarcerazione anticipata (75 giorni retroattivi) a tutte le tipologie di reato e un indulto”.

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