“Giù le mani dalla Sardegna, è preoccupante quanto dichiarato in Aula dal nostro premier – denuncia la deputata sarda del Gruppo Misto Mara Lapia -. Draghi auspica una maggiore semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti per le energie rinnovabili, per essere pronti a fronteggiare eventuali crisi energetiche, come quella generata dall’attuale situazione geopolitica”.
“Sappiamo bene quante imprese italiane e straniere – spiega Lapia – non vedono l’ora di mettere le mani sulla nostra terra e sul nostro mare, gli incentivi del Governo sono allettanti e i progetti presentati sono tanti anche in zone di altissimo pregio”.
Il riferimento è all’espandersi sempre più consistente di impianti fotovoltaici ed eolici in Sardegna, nonostante la produzione di energia stimata superi abbondantemente il fabbisogno del territorio isolano. Nelle ultime settimane hanno fatto discutere i nuovi impianti eolici nell’area marina di Nora e Capo Spartivento, che prevede l’installazione di 93 pale eoliche per una capacità installata di 1395 megawatt in totale. Ma come è emerso da diverse analisi, la stessa quantità di energia viene già generata dalla centrale elettrica Enel a Portovesme insieme a quella di Fiumesanto, a Porto Torres.
“La Sardegna sta diventando una piattaforma assoggettata a servitù energetica. […] Oltre il 38 per cento dell’energia oggi prodotta non serve all’Isola e viene esportata verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato”, denuncia il Gruppo d’intervento giuridico.
Sul versante fotovoltaico, poi, a fine gennaio scorso è balzato alle cronache il caso del mega impianto in progetto a Bolotana, in “area protetta”. La nuova struttura, approvata dall’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente, produrrà circa 170 GWh per un investimento pari a 50 milioni di euro e occuperà una superficie di circa 150 ettari di terreno. Sarà gestita da un privato. Sul tema era intervenuta anche la sindaca Annalisa Motzo: “Strategico per chi? Il territorio da tempo propone progetti di autosufficienza energetica. Ma un progetto come questo porterà attraverso un collettore sotterraneo l’energia prodotta alla Sicilia”.
“Non sarà la Sardegna a pagare per tutto il Paese – dice l’esponente del Gruppo Misto Lapia -, in termini di scempio ambientale per risolvere in tempi brevi la crisi energetica in atto o quelle che si presenteranno in futuro. Il Governo non può non tener conto dei danni che deriverebbero dall’autorizzare in maniera superficiale e senza le dovute procedure l’installazione di parchi eolici o fotovoltaici. Auspico che si riveda l’ipotesi di snellire le procedure non si può sfruttare la scusa di una guerra, per far concludere agli imprenditori affari facili a scapito dell’ambiente”.
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