Secondo il Sired, l’Osservatorio Sardegnaturismo dell’assessorato regionale al Turismo, nell’ultimo anno pre-pandemia nell’Isola sono sbarcati 40mila russi equivalenti a 220mila presenze. “Siamo molto preoccupati per la situazione che si potrebbe creare con una guerra nel centro dell’Europa, prima di tutto dal punto di vista umano – commenta Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – poi anche a livello commerciale con l’interruzione dell’export o con l’imposizione di eventuali altre sanzioni che, quanto meno, metterebbero a rischio i rapporti che le nostre imprese stanno consolidando e accrescendo a Mosca e in tutti gli altri importantissimi centri”.
“Dalla nostra esperienza diretta sul mercato russo, attraverso la quale accompagnammo diverse imprese dell’agroalimentare – aggiunge Daniele Serra, segretario di Confartigianato – le sanzioni esistenti per i prodotti alimentari freschi rappresentarono e rappresentano un serio danno anche per le realtà sarde”. Una escalation rappresenterebbe un ulteriore fattore critico per le imprese, strette nella tenaglia di aumento dei prezzi delle commodities, difficoltà di reperimento di materie prime e aumento dei costi del trasporto via container.
Soltanto lo scorso luglio, si è tenuta nell’Isola una tre giorni in cui i prodotti alimentari, i territori e le imprese sarde si son ritrovate sotto la lente d’ingrandimento di buyer e giornalisti giunti da Russia, Azerbaijan e Kazakistan. Il progetto “Sardinia4Export”, realizzato da Confartigianato Imprese Nuoro Ogliastra e finanziato dall’assessorato regionale all’Industria, è partito da Tonara e si è concluso a Orosei. Tra le aziende selezionate: il torronificio “Licanias de Sardigna”, a Tonara; l'”Azienda Glmf di Giovanni Monne”, produttrice dei rinomati biscotti sardi, a Galtellì; il panificio di Salvatore Bussu a Macomer; il “Panificio Santa Lulla” di Orune; la Cantina sociale di Dorgali; il “Panificio Forno Carasau” e l’azienda dei “Fratelli Puddu” a Oliena.
Ma la conquista dei palati russi era stata avviata già quattro anni fa, nel 2017, quando 12 le aziende sarde del settore agroalimentare son state scelte per il progetto “StoreSardinia”, finanziato dall’assessorato regionale all’Industria e realizzato da Confartigianato Sardegna. L’obiettivo era quello di promuovere i prodotti tipici locali in Russia e più in generale nell’area dell’Europa orientale. Le imprese selezionate per partecipare al “ProdExpo”, la più importante fiera russa dell’agroalimentare, sono state: il pastificio “Sa Panada” di Oschiri; i panifici “Porta 1918” di Gonnosfanadiga, “Filia Uda” di Illorai, “Ferreli” di Lanusei, “Panificio di Teti di Giuseppe Diana”; “Forno Carasau” di Oliena; le cantine “Colle Nivera” di Lula, “Agricola Soi” di Nuragus, “Nuraghe Crabioni” di Sorso, “Arvisionadu” di Benetutti; l’azienda olearia “Marco Zurru” di Gonnosfanadiga e il caseificio “Su Grabiolu” di Siamanna.
Sono solo alcune delle aziende isolane che oggi più che mai rischiano un tracollo nel caso in cui le tensioni tra Russia e Usa, e quindi anche Europa, dovessero farsi sempre più insostenibili.
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