Nessuna solidarietà di facciata ma un atto concreto della Regione Sardegna per sensibilizzare il Governo ed evitare lo smembramento della Tim. E’ l’invito che i rappresentanti di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno rivolto questa mattina alla Regione Sardegna durante la manifestazione che si è svolta in piazza Deffenu a Cagliari in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Il futuro del Gruppo Tim, che in Sardegna impiega 700 lavoratori diretti e 1000 indiretti, è infatti messo a rischio dall’ipotesi di vendita e smembramento contenuta nel piano industriale che potrebbe essere approvato il prossimo 2 marzo.
A fine mattinata i rappresentanti di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, Alessandro Randaccio, Alberto Frau e Riccardo Loi, hanno incontrato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais chiedendo che la Regione Sardegna scriva al Governo – come hanno fatto altre regioni italiane – per bloccare un piano industriale che rischia di distruggere un’azienda importantissima per tutto il settore delle telecomunicazioni.
“Chiediamo l’apertura di un tavolo nazionale sulla vertenza Tim perché siamo parlando di una infrastruttura indispensabile per il nostro Paese che non può essere trattata come un’azienda di carattere finanziario – ha detto il segretario generale della Uilcom Sardegna Tonino Ortega, chiudendo la breve interlocuzione tra i rappresentanti Slc Cgil, Fistel Cisl e il presidente Pais –: le regioni italiane devono essere unite per evitare l’ennesimo funerale per un’azienda così importante che mette a rischio 42 mila posti di lavoro di cui 700 in Sardegna”.
Il presidente Pais dal canto suo ha assicurato ai sindacalisti che riporterà al Consiglio regionale e al presidente Christian Solinas il grido di dolore dei lavoratori per valutare una strategia di azione.
Nei giorni scorsi in una lettera inviata ai gruppi consiliari e al presidente del Consiglio regionale, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil avevano chiesto alla Regione un impegno fattivo nella difesa dei posti di lavoro, del piano di digitalizzazione e della correlata realizzazione della rete in fibra ottica finanziata con i fondi del Pnrr. Le rivendicazioni dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali della Sardegna viaggiano parallele a quelle nazionali. A livello nazionale Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato una presa di posizione netta da parte del governo Draghi, chiedendo la costituzione di un unico soggetto di rete sotto la governance Tim che scongiuri lo smembramento dell’azienda.
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