Silvio Berlusconi acquistò per lei un appartamento del Settecento, in piazza Campo de’ Fiori, a Roma, nel lontano 2008. Un immobile da 170 metri quadri per un valore complessivo di 1,7 milioni di euro. Lo racconta, come teste al processo Ruby ter, la cantante sassarese Cristina Ravot, classe 1975, che si esibì in diverse occasioni a Villa Certosa con Mariano Apicella.
“Lo ha fatto perché aiutava sempre quelli che stavano attorno a lui a comprare casa, perché secondo lui la casa è fondamentale, ci diceva, visto che quando era piccolo aveva sofferto proprio per dei problemi con la casa e quindi voleva vedere le persone tranquille”, ha detto Ravot ai giudici, definendo le serate in questione come “cene molto eleganti”.
“Il mio nome – ha aggiunto la cantante sassarese – fu impropriamente accostato allo scandalo Ruby e per questo non ho avuto il rinnovo di un contratto in tv”.
Per l’acquisto della casa, racconta Ravot, Berlusconi iniziò a inviarle dei bonifici da 2500 euro al mese “con cui pagavo le rate dell’Agenzia delle entrate per un accertamento che avevo avuto”. In questi anni, il noto imprenditore milanese e capogruppo di Forza Italia ha pagato di tasca propria l’importo dovuto “per togliere l’ipoteca dalla casa e per 10 anni ha sostenuto le spese legali, versava 20mila euro al mese”.
La cantante sarda ha tenuto a sottolineare che non era coinvolta nel processo Ruby e, chiarendo il suo rapporto con Berlusconi, ha dichiarato: “Gli piacevo come bella donna, un approccio può esserci stato perché a lui piace corteggiare un po’ tutti, donne e uomini. Io gli ho voluto molto bene”.
In risposta alle domande del pm Luca Gaglio, ha sostenuto di aver partecipato anche ad una cena ad Arcore, dove erano presenti una ventina di ragazze: “Loro ballavano e io non ho cantato, quelle serate però non mi piacevano, perché le ragazze erano invidiose tra loro, volevano farsi vedere, ballare e primeggiare”.
Su Gianluca Tarantini non usa mezzi termini: “Non mi piaceva per niente, era un individuo losco”.
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