“Nessuno dice chi e come produrrà l’energia che serve alla Sardegna dopo il 2025, non lo dice la Regione, non lo dice il Governo nazionale, non lo dicono le grandi aziende anche quando, in assenza di programmazione politica, propongono una loro visione d’impresa”. Lo afferma la Cgil, che ieri ha riunito a Oristano le sue strutture territoriali confederali e di categoria per fare il punto sulla vertenza energia. Dal dibattito è emersa una generale disapprovazione per il ritardo del decreto al vaglio di Palazzo Chigi e in attesa del visto dei ministeri, e l’urgenza di richiamare all’attenzione di tutti il gravissimo e continuo rinvio della metanizzazione, la sola soluzione concreta e percorribile – come sancito dal governo nazionale e dall’Unione europea – per spegnere le centrali a carbone e affrontare la transizione.
“È inaccettabile – hanno affermato i segretari Cgil – che vengano traditi gli impegni presi per la Sardegna, unica regione senza la fonte riconosciuta dalle strategie nazionali ed europee come insostituibile nella transizione, ovvero il metano”. Inoltre, “è preoccupante che la Regione assista immobile (o complice) all’inganno perpetrato ai danni di migliaia di lavoratori, famiglie e imprese che attendono di sapere quale prospettiva li attende”. Ed è ancor più grave perché il futuro è adesso, alla scadenza fissata nel 2025 manca pochissimo: perciò il governo nazionale dovrebbe approvare subito, senza perdere altro tempo, l’ultima versione del decreto che porterà ai poli energetici a Porto Torres e Sulcis Iglesiente dove verranno allocate le due Fsru.
“Crediamo sia utile chiarire – aggiunge la Cgil – che le ipotetiche soluzioni alternative di lunga prospettiva avanzate a vario titolo, anche sulla base di suggestioni dei player dell’energia che legittimamente fanno business, sono, al momento, fumo negli occhi, e non fanno altro che distrarre l’opinione pubblica dal tema centrale (come affrontare la transizione nei tempi e nelle forme stabilite) e dalla colpevole e gravissima scelta politica di sottrarre alla Sardegna l’opportunità di disporre del metano”.
Secondo il sindacato poi, quando si parla sul serio di innovazione e sviluppo tecnologico la Sardegna è sempre fuori dai radar: ad esempio, la tecnologia dell’idrogeno necessita, per essere sviluppata, di consumi di prossimità e reti di distribuzione del metano, ne è la prova l’Avviso pubblico del ministero della Transizione Ecologica nell’ambito della Missione 2 del PNRR, che indica esplicitamente la connessione alla rete del gas quale condizione indispensabile per partecipare allo stesso avviso e aver diritto ai finanziamenti. Ciò significa che l’assenza della rete del metano impedirà anche lo sviluppo della tecnologia dell’idrogeno verde.
“A chi spetta governare questi processi e far rispettare le istanze dell’Isola?”. La domanda va al presidente della Regione e non è poi tanto retorica visto che non sembra protagonista in questa partita. Per Solinas anche un quesito di riserva, semplice e concreto: “Può chiarire a tutti come verranno alimentate sale operatorie, uffici, case, scuole e attività produttive dopo il 31 dicembre 2025?”.
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