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Per rilanciare la Sardegna è necessario ripartire dalla qualità urbana e del tessuto imprenditoriale, creando opportunità economiche e di lavoro per chi abita le zone dell’interno, in modo da portare i giovani ad investire nuovamente in questi territori e a vivere e formare una famiglia in luoghi destinati a un inesorabile abbandono. È quanto sostengono i vertici della Cna Sardegna, il presidente Luigi Tomasi e il segretario regionale Francesco Porcu, in una lettera aperta al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e all’assessore alla Programmazione Giuseppe Fasolino.

L’associazione artigiana propone di integrare le misure previste all’articolo 10 della Legge di Stabilità – che ha come elementi centrali i temi dello sviluppo locale e del contrasto allo spopolamento e alla denatalità – destinando 10 milioni di euro per individuare 2/3 borghi/comuni/aree territoriali dell’interno della Sardegna su cui sperimentare la costruzione di un modello di sviluppo che partendo dai tratti distintivi, dalle vocazioni, dai punti di forza del territorio definisca un programma e una strategia di sviluppo locale. “Si tratterebbe di costruire un prototipo replicabile in altre aree a cui affidare il rilancio e lo sviluppo economico dei nostri piccoli comuni dove è più elevato lo stato di disagio socioeconomico – scrivono Tomasi e Porcu -. Un progetto nel quale coinvolgere le migliori competenze, Università, urbanisti, sociologi, economisti, con l’allestimento di “unità di specialisti” dedicata a definire le procedure per intercettare le tante risorse che la legislazione nazionale e comunitaria a cui si aggiungono quelle apposite previste sul tema dal PNRR”.

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