In principio fu Nicola Grauso. L’imprenditore ed editore sardo già oltre dieci anni fa creò un giornale diffuso in diciotto città italiane applicando quello che allora si chiamava telelavoro: redazione centrale a Cagliari (il così detto desk) e lavoratori agili da casa.
In tempi di pandemia l’utilizzo dello smart working è cresciuto in modo esponenziale E’ perciò tempo dei primi bilanci. Una recente indagine Inapp, realizzata su un campione pari a più di 45mila interviste, ha fatto una fotografia del presente: i dati sono stati riportati dal noto quotidiano La Repubblica. Il risultato?
Lo smart working piace. per milioni di lavoratori e molti vorrebbero continuarla
La citata indagine è stata svolta dall‘Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche e ha fatto emergere che in Italia – nel 2021 – più di 7,2 milioni di persone hanno lavorato tramite pc e collegamento internet. In particolare, il 39,7 per cento nella PA e il 30,8 per cento nel settore privato. Si tratta di un totale pari ad un terzo dei lavoratori subordinati attivi nel nostro Paese.
Quasi la metà dei lavoratori, il 46 per cento, desidererebbe continuare a compiere la propria attività di lavoro giornaliero in modo agile almeno un giorno alla settimana. Mentre quasi una persona su quattro vorrebbe lavorare in smart working anche tre o più giorni alla settimana.
Si tratta di dati che non lasciano spazio ai dubbi. Al di là dell’emergenza sanitaria, l’esperienza del lavoro agile ha convinto non pochi lavoratori, che infatti vorrebbero ripeterla o proseguirla.
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