La Sardegna produce oltre 680mila quintali di agrumi (l’1,7% della produzione nazionale che ne produce in media oltre 38milioni); la superficie destinata agli agrumi nell’Isola è di circa 4mila ettari condotti da circa 5mila aziende con una media di 0,80 ettari, mentre la superficie italiana è di circa 130mila ettari, le aziende 80 mila (superficie media 1,64 ettari). Lo fa sapere la Coldiretti che ricorda come nell’Isola sia presente anche uno degli agrumi più rari al mondo, sa Pompìa, una sorta di cedro che viene sfruttato per la sua scorza.
Sa pompìa è una varietà di limone endemica della Sardegna, diffusa in particolare nel comune di Siniscola e in alcune zone della Baronia. Questo paricolare agrume è una vera rarità e, fino al 2015, non era ancora riconosciuto neppure dalla comunità scientifica, venendo chiamato con la denominazione “citrus x monstruosa”, che indicava una sorta di limone mostruoso.
Le origini della pompìa non sono ancora chiare ma la teoria più accreditata è quella che si tratti di un ibrido tra cedro e limone, anche se alcuni studiosi ritengono sia un ibrido tra cedro e pompelmo. Ciò che è certo è che la pompìa è tra gli agrumi più rari al mondo e che fino a vent’anni fa non ne esisteva che poche centinaia di alberi. La riscoperta di questo particolare frutto si è avuta verso la fine degli anni ’90, quando a Siniscola si è deciso di impiantare una coltivazione estensiva di pompìa.
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