“Essendo Omicron molto più diffusiva della Delta, molte più persone risulteranno positive e più persone raggiungeranno gli ospedali”, scrive dalla sua pagina Facebook Goffredo Angioni, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Gli ospedali per ora reggono – l’occupazione dei posti letto è sotto soglia sia in terapia intensiva (8,3 per cento) che in area medica (8,4 per cento) – ma l’allarme è altissimo.

Per evitare il collasso ospedaliero, anche in virtù del fatto che la variante Omicon è caratterizzata da un elevato indice di contagiosità, seppure non in grado di provocare gravi manifestazioni cliniche nei soggetti vaccinati con 2 dosi (da meno di 180 giorni) o con ciclo completo di 3 dosi, è necessario seguire alcune linee guida.

In caso di comparsa di sintomi sospetti è preferibile evitare la corsa al test rapido ma adottare immediatamente comportamenti individuali di distanziamento, mascherina Ffp2, autoisolamento fiduciario, evitando di avere contatti soprattutto con le persone fragili e i non vaccinati. Quindi, informare il proprio medico curante che, se necessario, attiverà le pratiche per l’assistenza domiciliare.

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