“Non compete al Prefetto disporre o richiedere l’adozione di provvedimenti a carattere contingibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica, riservati, ai sensi dell’art. 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, alla competenza del Ministro della Sanità sull’intero territorio nazionale, al Presidente della Giunta regionale, in ambito regionale o parte di esso comprendente più comuni, nonché al Sindaco sul territorio comunale”.

Lo ha precisato il Prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao in merito alla pubblicazione della corrispondenza tra Ats, prefettura di Cagliari, ufficio scolastico regionale, ministero dell’Istruzione e assessorato regionale alla Sanità, circolata sulle chat di molti cagliaritani e diffusa dai media in cui si ipotizza l’ipotesi di una chiusura delle scuole del sud Sardegna nel mese di gennaio.

In particolare riferimento alla “nota inviata dal Prefetto di Cagliari all’Assessore della Sanità della Regione Sardegna, avente ad oggetto l’evoluzione della situazione epidemiologica in questa provincia e le possibili conseguenze sulla didattica nelle scuole”, lo stesso Tomao precisa che “il predetto documento fa seguito ad una comunicazione inviata a diverse Istituzioni dal Direttore della Struttura Complessa Igiene e Sanità Pubblica Sud Sardegna della ATS Sardegna, con la quale è stata manifestata preoccupazione per l’aumento dei casi di Covid-19, in particolare nella variante omicron, recentemente registratisi in ambito scolastico che, secondo quanto ritenuto dal predetto dirigente sanitario, indurrebbe ad una valutazione circa l’opportunità di sospendere le attività didattiche in presenza nel mese di gennaio p.v.. Alla luce di quanto rappresentato è stata richiesta una valutazione in merito ai responsabili della sanità in ambito regionale, nonché di poter avere anticipatamente notizie sugli eventuali provvedimenti di competenza si ritenesse opportuno conseguentemente adottare”

“Per quanto attiene alle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 – specifica il Prefetto di Cagliari- ai sensi dell’art. 3 del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive rispetto a quelle adottate in ambito nazionale, che possono riguardare anche le attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado. Al Prefetto, fin dall’inizio dell’emergenza pandemica, compete l’esecuzione, tramite le Forze di Polizia, ed il monitoraggio delle misure di contenimento adottate per prevenire la pandemia da COVID-19”.

Insomma, sulla questione nulla è stato ancora deciso.

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