Una misura sul pascolamento per il settore ovicaprino e gli allevamenti sostenibili. È la richiesta di Coldiretti e l’Associazione nazionale della pastorizia (Assonapa) proposta nel tavolo di partenariato nazionale che si è riunito anche ieri pomeriggio per inserirla nel Piano strategico nazionale che dovrà essere presentato entro il primo gennaio alla Commissione Europea per la nuova Politica agricola comune (Pac), quinquennio 2023/2027.

“Ci stiamo lavorando assiduamente sia come Coldiretti che come Assonapa – afferma il presidente Battista Cualbu – perché riteniamo la misura sul pascolamento fondamentale a sostegno di un settore sostenibile strategico da punto di vista economico ma anche ambientale”. Il comparto ovicaprino conta in Italia un patrimonio di 7.407.683 capi di cui 6.346.310 ovini e 1.061.373 caprini con 138.211 aziende.

La Sardegna è leader assoluta con circa 20mila aziende (19.821), 3.039.160 pecore e 298.424 capre. Vanta anche 3 Dop, Pecorino romano, Pecorino sardo e Fiore sardo (il Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna è il più importante pecorino della Ue in termini di produzione e valore generato, mentre il Fiore sardo è uno dei formaggi più antichi d’Europa) e l’Igp dell’agnello di Sardegna oltre al riconoscimento Unesco per il Pastoralismo nato su iniziativa della Provincia di Nuoro.

È seguita dalla Sicilia che conta di 11.231 aziende, 737.819 pecore e 102.767 capre e Lazio con 10.233 aziende, 580.322 pecore e 44.087 capre.

La Sardegna è anche la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo (il 70% della superficie isolana). Le pecore si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate e questo rende inscindibile il legame dell’elevata qualità dei prodotti caseari e delle carni dalle forme paesaggistiche in cui sono ottenuti. Grazie al pascolamento è stato, inoltre, forgiato il paesaggio isolano.

“È una misura a sostengo della biodiversità e all’allevamento al pascolo che risponde agli indirizzi approvati dall’Ue nella Riforma della Politica agricola comune – evidenzia Battista Cualbu – che andrebbe a premiare gli allevamenti che contribuiscono a conservare e valorizzare il territorio ed in particolare quelli marginali e dell’interno”.

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