Anche la Sardegna diventa una Zona Economica Speciale (Zes). “Oggi è una giornata storica, la battaglia della Sardegna per conquistare una fiscalità di vantaggio che copra il divario della sua insularità è finalmente realtà”, ha commentato nella serata di ieri il presidente Christian Solinas.
Ma cosa s’intende con Zes? Quali sono i suoi vantaggi? In Italia, così come nel resto del mondo, sono presenti delle aree geografiche in cui sono previsti strumenti e agevolazioni agli operatori economici che vi operano. Nel nostro Paese, è stata la Campania ad aver istituito per prima la sua zona economica speciale. L’iniziativa è legata al Decreto Sud (D.L.91/2017), che prevede una serie di misure volte a favorire lo sviluppo economico del Mezzogiorno.
L’obiettivo, quindi, è quello di far crescere la competitività e il generale rafforzamento di tutto il tessuto produttivo attraverso l’aumento di investimenti – anche stranieri -, l’aumento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento dell’innovazione.
Per istituire la Zes, però, sono necessarie una serie di condizioni e di caratteristiche, come specificato al comma 2 art.4 del Decreto Sud: “Per Zes si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Per l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella Zes possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa”.
L’istituzione di queste zone ecoomiche speciali è stata attivata in seguito alla richiesta delle regioni meno sviluppate come Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia o regioni in transizione quali Abruzzo, Molise e Sardegna. Ogni regione può presentare soltanto una proposta di Zes o al massimo due, nel caso in cui nel territorio siano presenti più aree portuali che possano essere definite tali. Nelle regioni in cui non sono presenti scali portuali, si può presentare la domanda in forma associativa (Zes interregionali) o in associazione con un’area portuale che presenta le caratteristiche della Zes.
Le proposte devono essere corredate da un Piano di sviluppo strategico, dai criteri e dagli obiettivi di sviluppo che si vogliono perseguire e dalle forme di coordinamento con la pianificazione strategica portuale.
Come stabilito all’art.5 capo II del Decreto Sud, le aziende nuove e quelle che già operano nell’area Zes potranno beneficiare di procedure amministrative semplificate e un accesso alle infrastrutture esistenti e previste nel Piano di sviluppo strategico della zona economica speciale.
Per ciò che riguarda il credito d’imposta per gli investimenti al Sud, previsto dall’art.1, c.98-108, Legge n.208/2015, questo verrà commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il 31 dicembre 2020 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50milioni di euro.
In ogni caso, le agevolazioni e i benefici concessi agli operatori economici della Zes restano soggette a due condizioni: in primo luogo le aziende beneficiarie devono mantenere la loro attività nell’area economica speciale per almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti; in secondo luogo, le imprese beneficiarie non devono essere in stato di liquidazione o di scioglimento.
“Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola”, ha aggiunto il governatore sardo.
“Portiamo a compimento un iter che ci ha visti impegnati fin dal primo momento con l’obiettivo di arrivare a un piano condiviso con il Governo che fosse la risposta più attenta e concreta ai bisogni della nostra Isola. L’auspicio – conclude il presidente Solinas -, soprattutto in questo momento storico e in questa delicata fase di ripartenza è che l’istituzione della Zes possa portare a una svolta storica con importanti ricadute sul futuro della Sardegna”.
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