Marina

Da domani sabato 11 dicembre 19 volontari (educatori, pedagogisti, psicologi, assistenti sociali, infermieri, neuropsichiatri infantili, psichiatri, avvocati) saranno impegnati con i giovani del quartiere Marina. L’iniziativa – coordinata dallo psicologo e psicoterapeuta, Luca Pisano, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna – è il primo concreto atto che segue all’accorato appello dell’ex presidente della Circoscrizione 1, il diacono Ignazio Boi dopo l’ultimo violento raid incendiario.

“In una società civile – come ricorda nel suo ultimo post Ignazio Boi – è necessario assumersi la responsabilità di non essere disinteressati rispetto al disagio, alla devianza e alla criminalità che gravita (anche) sul quartiere “La Marina” di Cagliari” scrive Pisano, lanciando l’iniziativa.

La locandina dell’iniziativa alla Marina, realizzata da Emanuele Zucca

“Noi ci siamo e faremo la nostra parte, caro Ignazio, con 19 volontari che non hanno la pretesa, con una piccola azione di educativa di strada, di risolvere il problema del disagio giovanile. Infatti, gli studi che abbiamo compiuto in questi ultimi sei anni (vedi la Carta di Piazza Yenne e il report di ricerca sulle Subculture giovanili nella città metropolitana di Cagliari, curato da IARES ACLI) evidenziano la necessità di curare un intervento complesso, rivolto a docenti, genitori e studenti dell’intera città metropolitana. Ma qualcosa bisogna iniziare a fare, in attesa che i politici comprendano che il disagio giovanile non può essere trattato solamente con l’intervento delle forze di polizia. Si tratta, infatti, di un’emergenza prevalentemente sociale e sanitaria rispetto alla quale il Comune di Cagliari e i Sindaci delle diverse realtà della città metropolitana devono complessivamente investire denaro, almeno 200 mila all’anno – per realizzare interventi seri e concreti di prevenzione e contrasto. Un intervento sistemico che dovrebbe quindi coinvolgere tutti gli attori pubblici e privati che si rivolgono, a diverso titolo, alle famiglie, ai docenti e ai giovani – conclude Pisano -. Intanto, Noi ci siamo, perché l’indifferenza non ci piace”.

“Finalmente qualcuno che invece di puntare il dito, accusare, scaricare le responsabilità, decide di fare qualcosa in prima persona – commenta Ignazio Boi -. C’è da sperare che le istituzioni riconoscano il valore e la qualità di tali interventi e ne sostengano le azioni e la costanza nel tempo. Se ognuno saprà fare la sua parte, sono certo che insieme contribuiremo a dare corpo a quella “comunità educante” che costituisce il modello di ogni società civile. Ognuno nel suo ruolo, ciascuno col suo compito, dando voce a tutti e creando occasioni di incontro e di dialogo. Possiamo sognare insieme una Marina diversa? Io ci credo. Io ci sono. Io faccio la mia parte. E tu?”.

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