La Regione distribuirà gratuitamente agli allevatori 40mila dosi di vaccino contro la blue tongue per la profilassi dei capi bovini. “Un forte sostegno per le aziende sarde del settore – dice il Presidente Christian Solinas -, che hanno subito danni economici dal blocco sanitario in atto. Il provvedimento, precisa il Presidente, sarà attuato immediatamente con la ripartizione dei vaccini alle diverse Assl”.
“Con la distribuzione dei vaccini – dice l’assessore alla Sanità Mario Nieddu -, agevoliamo le aziende che vogliono movimentare i capi di bestiame verso il continente. Un mese fa il ministero aveva accolto le nostre istanze rimuovendo le restrizioni sull’esportazione dei capi bovini, in vigore dall’8 settembre, prevedendo la possibilità di movimentazione dei capi negativi al virus in seguito al test PCR. Tuttavia da Roma hanno lasciato alle regioni di destinazione la possibilità di valutare comunque se consentire o meno l’ingresso del bestiame, un’indicazione che ha prodotto non pochi problemi ai nostri allevatori. Ostacoli che ora saranno superati definitivamente con la vaccinazione dei bovini a cui non potrà più essere impedita l’esportazione”.
Intanto Coldiretti Sardegna fa sapere che seguirà il percorso indicato dal direttore del Dipartimento prevenzione Franco Sgarangella e sottoscritta dal responsabile del servizio prevenzione dell’assessorato regionale alla Sanità Antonio Montisci, Coldiretti e condivisa da tutti gli allevatori presenti.
“A breve – dice Coldiretti Sardegna – si dovrebbe cominciare con una prima trance di dosi per poi proseguire con una vaccinazione a tappeto che dovrebbe scongiurare finalmente il pesante e continuo blocco della movimentazione che sta divenendo una palla al piede per il settore dei bovini da carne che come noto (la maggior parte) esportano nelle altre regioni della Penisola per la fase di ingrasso. Si interverrà quindi sui bovini, veri e propri serbatoi della malattia: sono infatti i preferiti dai culicoides”.
Una soluzione questa accolta positivamente dagli allevatori, che potranno tra l’altro usufruire del contributo della Regione per tagliare i costi della somministrazione.
Gli allevamenti di bovini in Sardegna sono circa 10mila, l’82% dei quali sono da carne; i capi sono invece circa 280mila e di questi oltre il 70% sono da carne. Dal 2000, anno in cui è comparsa per la prima volta la blue tongue in Sardegna (a Pula il 18 agosto) sono morte circa 800 mila pecore e sono stati spesi circa 66milioni di euro.
La blue tongue è ormai endemica in Sardegna ma ciò che occorre limitare sono i picchi epidemici che si stanno presentando ciclicamente quando si abbassano i livelli di immunità delle pecore vaccinate. “La vaccinazione è fondamentale cosi come la profilassi per non far circolare il virus” come ha ricordato martedì il direttore dell’Istituto profilattico Giovanni Filippini.
“È fondamentale fare squadra per programmare e lavorare sulla prevenzione per ridurre i picchi epidemici – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I nostri allevamenti hanno dato tanto sia in perdite di capi che di mancato reddito, non si può continuare a lavorare in questa incertezza”.
La blue tongue è oggi disciplinata sul piano economico dal regolamento comunitario che stabilisce i criteri per la movimentazione, ma non pone limiti specifici alle zone con focolai attivi, come la Sardegna. Attualmente l’Italia non ha ancora recepito la normativa europea di riferimento, con un evidente paradosso sulle movimentazioni dei bovini: da un lato le indicazioni del ministero consentono alle altre regioni di rifiutare l’ingresso di capi non vaccinati provenienti dalla Sardegna, dall’altro non è possibile impedire l’importazione sul territorio nazionale di bestiame proveniente dagli altri Paesi e sottoposto alla sola PCR.
“Questo – sottolinea l’assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia -, si traduce in un danno ulteriore per le nostre aziende. Attualmente sappiamo che il ministero sta lavorando per uniformare le regole su tutti i livelli, ma ovviamente auspichiamo che questo avvenga in tempi rapidi”.
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