Sono circa 300.000 gli studenti in Italia con una diagnosi di DSA (Fonte Miur). Il dato si accompagna ad una serie di analisi statistiche che spiegano sia l’incidente del fenomeno (dal 3 al 5%) sia la distribuzione per ordine scolastico (primaria, secondaria di primo e secondo grado) e per tipologia del disturbo (Dislessia, Disortografia/Disgrafia, Discalculia). Nel medesimo report vengono anche indicate le discrepanze (presenza percentuale del disturbo) esistenti tra le varie macroaree del Paese: da un massimo del 7,5% del Nord-Ovest ad un minimo del 2,4 del Sud. Tali dati risultano parziali poiché interessano solo la popolazione in età scolastica 7-18 anni escludendo di fatto tutte le persone oltre tale fascia anagrafica.

Da questa premessa si può già comprendere come il numero totale di persone con un Disturbo Specifico di Apprendimento potrebbe essere significativamente superiore a quanto riportato nei dati Miur. Ipotizzando come valida una percentuale del 5% e pensando ad una fascia d’età compresa tra i 18 e i 52 anni si avrebbe una platea di circa 1.200.000 persone potenzialmente interessate da un DSA (Disturbo Specifico di Apprendimento). Sebbene i dati appena esposti siano tutt’altro che irrisori qualcuno potrebbe comunque e lecitamente porsi almeno due diverse domande:

1. A quale scopo una persona maggiorenne dovrebbe sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica per l’accertamento di un disturbo specifico degli apprendimenti?

2. Come e dove effettuare tale diagnosi?

Proveremo a rispondere alla prima domanda cercando di seguire una linea temporale che accompagna le diverse stagioni della vita e le diverse esigenze ad esse collegate. Conseguentemente in una fascia d’età tra i 18/19 e i 26/28 anni l’esigenza diagnostica potrebbe risiedere nella possibilità di usufruire di strumenti compensativi e tecniche dispensative durante il percorso universitario. Superata questa fase e avviandoci verso i trenta e più anni di vita si potrebbero avere necessità connesse ad usi in sedi ufficiali per difficoltà nel superamento di concorsi pubblici o selezioni per accesso ad alcuni ordini professionali. Ovviamente siamo ben consapevoli che non tutte le persone intraprenderanno un percorso universitario ma anche per queste persone a partire dai 18 anni si potrebbero presentare una serie di difficoltà connesse al mondo del lavoro o conseguimento di titoli e accesso a servizi. Si pensi ad esempio al superamento dell’esame per una patente (auto, modo, nautica) o ad alcune specifiche mansioni lavorative che richiedono buone competenze di calcolo, lettura e/o scrittura e infine anche per il semplice accesso alle informazioni (anche in formato digitale) prodotte dalle pubbliche amministrazioni. Tutte queste sarebbero già motivazioni sufficienti ma serve ricordare che forse la motivazione più importante potrebbe risiedere nel naturale desiderio di comprensione delle cause sottostanti ad una serie di difficoltà sperimentate nella propria vita scolastica prima e lavorativa dopo. Questa sarà sicuramente la motivazione prevalente e si potrebbe avere a qualsiasi età e dunque anche molti anni dopo aver superato i diciotto anni.

Proveremo ora a fornire una possibile risposta al nostro secondo quesito, ossia dove e come potrebbe un adulto fare una diagnosi di DSA?

Oltre i 18 anni i servizi di Neuropsichiatria Infantile non possono più seguire le persone. Ne consegue che le persone già seguite e che necessitano di ulteriori trattamenti e/o diagnosi (o eventuali nuovi pazienti già maggiorenni) dovranno necessariamente passare/rivolgersi ai servizi di Psichiatria adulti. Ora sarà utile informare i non addetti ai lavori che i servizi di Psichiatria adulti non trattano mai, salvo rare eccezioni, problematiche inerenti una difficoltà di apprendimento poiché la loro attività prevalente ricade nella diagnostica e cura delle malattie psichiatriche (il DSA è un disturbo del neurosviluppo sebbene sia inserito anch’esso nel DSM, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).

Ad oggi in Italia la diagnosi di un Disturbo specifico di Apprendimento in età adulta è un problema ancora aperto che non ha trovato una sua soluzione. L’AID (Associazione Italiana Dislessia) si sta adoperando attraverso i propri organi istituzionali affinché si trovi una soluzione per garantire una tutela diagnostica in sede pubblica anche per le persone con un DSA in età adulta e la discussione risulta al vaglio delle specifiche commissioni tecnico-ministeriali. Nell’attesa che la politica si esprima e regolamenti questa specifica area clinica ai cittadini maggiorenni con un sospetto DSA resta come unica possibilità quella della valutazione in centri privati (convenzionati o meno) per poter provare a far applicare le norme già esistenti per i DSA in sede universitaria o lavorativa ma soprattutto per comprendere meglio il proprio funzionamento o semplicemente dare delle risposte a vecchi dubbi sul proprio percorso di studi.

Giuseppe G.F. Zanzurino | Psicologo Ph.D. Esperto in Disturbi del Neurosviluppo

Info: zanzurino.giuseppe@gmail.com

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