Questa mattina si sono ritrovati di fronte al palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, i lavoratori di Air Italy che a gennaio 2022 vedranno scadere il loro contratto. La protesta è stata organizzata dalle sigle sindacali Usb, Anpav e Associazione piloti per chiedere soluzioni immediate al Governo e alla Regione.

Sono 1300 i posti di lavoro da salvare. “Da anni – scrivono in un comunicato i rappresentanti dell’Usb – assistiamo alla progressiva distruzione di posti di lavoro, contrazione dei diritti e dei salari per i quali abbiamo tutti lottato. Con Ita, nata dalle ceneri di Alitalia, l’investitore che dovrebbe preoccuparsi di realizzare, a fronte di ingenti risorse pubbliche e di una crisi di settore drammatica, un progetto che renda a questo Paese una vera compagnia di bandiera”.

La richiesta è quella di una collocazione dei dipendenti attualmente espulsi “a causa dei vari fallimenti che si sono susseguiti negli ultimi due anni, dovuti in particolar modo a piani industriali sbagliati, mancata regolamentazione del mercato, mancata tutela dei diritti di chi lavora, sindacati spesso assenti se non conniventi, ricorso massiccio di licenziamenti e ammortizzatori sociali per far fuori il personale più anziano e sindacalizzato, manager incompetenti e arroganti”.

“Cagliari rappresenta una tappa dovuta per chiedere ai rappresentanti regionali conto degli impegni e delle responsabilità prese nei confronti dei lavoratori negli ultimi anni”, concludono i rappresentanti dell’Usb.

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