Estendere l’attività delle guardie mediche nelle ore diurne in quei territori carenti dei medici di base, soprattutto nelle aree in cui ci siano difficoltà a trovare professionisti disposti a ricoprire gli incarichi e dove tutti i medici dello stesso ambito abbiano raggiunto il limite massimo dei pazienti in carico. È questa, in sintesi, l’indicazione contenuta nella nota che nella giornata di oggi l’assessorato regionale della Sanità ha inviato a tutte le Assl dell’Isola.

“Una soluzione tampone – dichiara l’assessore Niedduper rispondere alle necessità più urgenti. Sull’assistenza primaria abbiamo recuperato l’enorme ritardo che avevamo ereditato e ci siamo portati in pari con i bandi delle sedi carenti. Attualmente sono in assegnazione le titolarità delle sedi rimaste senza medico nel 2019 a cui seguiranno quelle del 2020 per cui il bando è già chiuso e le domande dei medici sono state raccolte”.

“La carenza di medici specializzati – prosegue l’assessore – non risparmia nemmeno questo comparto. In alcuni casi ci ritroviamo nella condizione in cui per alcune sedi le assegnazioni anche a tempo indeterminato vanno deserte. Una criticità che stiamo affrontando con forza mettendo in campo ogni strumento a nostra disposizione. Le guardie mediche, i medici della continuità assistenziale, non possono sostituirsi ‘in toto’ ai medici di medicina generale per i limiti che emergono dalle regole vigenti, ma possono dare un grande aiuto visitando i pazienti e in emergenza prescrivendo i farmaci a chi deve, ad esempio, proseguire le terapie. In questo senso i comitati aziendali, nelle diverse aree, sono autorizzati e devono attivarsi per estendere gli orari delle guardie mediche là dove necessario”.

“Il nostro sistema sanitario – conclude l’esponente della Giunta – attraversa un momento particolare. Difficoltà che toccano tutte le Regioni. Oggi stiamo governando con strumenti ordinari una condizione fuori dall’ordinario. Per rispondere alla Pandemia il governo ha superato in più di un’occasione le normative vigenti. Serve un’azione altrettanto forte per rispondere ai problemi della sanità a trecentosessanta gradi. Non esiste solo il Covid, servono deroghe, altrimenti ogni soluzione, anche di buon senso, rischia di essere inattuabile. Al ministero abbiamo posto alcune richieste, tra cui la revisione delle regole sulle Usca, che ora sono nella bozza di decreto del Governo. Serve però un’azione forte e di più ampio respiro che può arrivare solo da Roma”.

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