“In Sardegna la Teleradiologia non è mai stata impiegata come un’opportunità ma sempre come un ultima spiaggia, senza la dovuta organizzazione e programmazione andando a produrre più danni che altro; ciò ha esposto e continua ad esporre, di fatti, gli unici professionisti rimasti fisicamente, ovvero i Tecnici di radiologia, a rischi giudiziari in maniera paradossale solo perché stanno facendo il proprio lavoro e questo è francamente qualcosa di improponibile ed inaccettabile”. Antonio Attanasio, presidente dell’Ordine Tecnici sanitari di radiologia medica di Cagliari e Oristano, tiene a precisare la vicenda del reparto di Radiologia dell’ospedale di San Gavino.
“Quanto sta accadendo oggi nella radiologia dell’ASSL di Sanluri è già accaduto nel lontano 2019 e recentemente in estate in alcuni presidi afferenti all’ASL di Oristano – spiega Attanasio -. Per carenza di personale alcuni turni sono coperti solo dai Tecnici di radiologia in assenza di Medici radiologi. È opportuno chiarire che questa è una cosa assolutamente fattibile in termini di legge quando ciò avviene secondo un’apposita procedura concordata e condivisa tra i professionisti coinvolti, che tenga conto delle diverse specificità organizzative e realizzata nei tempi opportuni.
Nonostante le ripetute segnalazioni da parte dell’Albo dei Tecnici sanitari di radiologia medica di Cagliari e Oristano, dal 2019 ad oggi la direzione ATS non è ancora riuscita a realizzare una procedura che renda sicuro tutto il processo, adottando la Teleradiologia con modalità surrettizie”.
La Teleradiologia – spiega Attanasio – è quella branca della Telemedicina che consente di far transitare indagini radiologiche; eseguite, quindi, fisicamente in un luogo e trasferite digitalmente in un altro per la successiva refertazione. È evidente di come si tratti di un’importante innovazione tecnologica che consente di mantenere largamente operative le realtà territoriali, soprattutto le più remote, ottimizzando la gestione delle risorse sia umane che economiche. L’applicazione delle Teleradiologia nella sua forma più estesa, di fatti, consentirebbe di eseguire sul territorio tutte le indagini radiografiche e di tomografia computerizzata del corpo umano senza mezzo di contrasto: si tratta di una vasta gamma di esami, di cui alcuni, in regime di urgenza, potrebbero avere anche una valenza salvavita.
“Vista in tale ottica, l’applicazione corretta della Teleradiologia potrebbe garantire una più pronta cura sul territorio e al contempo scaricare un importante mole di attività dai principali pronti soccorsi cittadini di Cagliari e Oristano, già oberati di lavoro e provati dalla gestione pandemica – evidenzia Attanasio -. Modelli sanitari virtuosi come quello Lombardo, Toscano o dell’Emilia Romagna utilizzano la Teleradiologia ormai da diversi anni con grande successo sia in termini aziendali che in termine di soddisfazione dei cittadini. Il problema di San Gavino, Ghilarza e altri presidi è che la Tele radiologia non è mai stata impiegata come un’opportunità ma sempre come un ultima spiaggia, senza la dovuta organizzazione e programmazione andando a produrre più danni che altro; ciò ha esposto e continua ad esporre, di fatti, gli unici professionisti rimasti fisicamente, ovvero i Tecnici di radiologia, a rischi giudiziari in maniera paradossale solo perché stanno facendo il proprio lavoro e questo è francamente qualcosa di improponibile ed inaccettabile”.
“Come Ordine abbiamo contestato già dal 2019 quanto fatto dall’amministrazione di ATS senza mai però ricevere un dovuto riscontro – conclude Attanasio -. La sanità sarda paga il dazio di un sistema sanitario regionale non al passo con i tempi, poco innovativo, poco inclusivo e che non ha saputo recepire una dirigenza multiprofessionale. In ATS ad oggi esistono dirigenti appartenenti solo all’area medica ed infermieristica lasciando fuori le aree di altre 19 professioni sanitarie con gravi ed evidenti ripercussioni su temi ad alta specificità come quello in questione”.
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