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“Per rilanciare il Partito democratico sardo abbiamo messo a disposizione di tutte le democratiche e i democratici il nostro contributo al percorso congressuale. Per fermare un presidente di Regione rassegnato e distratto dai giochi di palazzo siamo convinti che il partito si debba riappropriare della sua originaria dimensione popolare, e che si debba avviare una discussione pubblica, franca e leale. Perciò alle mozioni congressuali proponiamo un processo politico chiaro e di cambiamento, incentrato sui temi e sulla nuova classe dirigente che quei temi dovrà interpretare, con la credibilità e la reciproca fiducia che nascerà dalla condivisione”. A poco più di un mese dal congresso regionale del Pd che sarà celebrato il prossimo 5 novembre, la deputata Romina Mura (Pd) rilancia la proposta congressuale sottoscritta da duecento esponenti dem e sintetizzata in una lettera agli iscritti e agli elettori del Pd sardo.

Entro l’11 novembre saranno ufficializzate le candidature alla segreteria, mentre si è appena chiusa la fase preliminare di presentazione dei documenti politici o tematici.

“Negli ultimi giorni abbiamo aperto un dibattito di idee che può essere integrato, migliorato, confutato ma assolutamente non ignorato – precisa la parlamentare dem -. Le eventuali convergenze o divergenze avvengano sulle proposte concrete, non sulle fisionomie personali”. Tra i punti richiamati nella lettera, oltre all’alternativa a Solinas, all’agenda sociale, alle aree interne e alla forma partito, Mura evidenzia la “questione sarda, che comprende lo sviluppo dell’autonomia regionale e il rapporto con i movimenti e i partiti dell’autodeterminazione”, e il tema della scelta del prossimo candidato alla Presidenza della Regione, che deve avvenire “con un metodo democratico e partecipato da tutte le forze della futura coalizione”.

“La lettera inviata nelle scorse ore a tutti gli iscritti, militanti ed elettori del Pd parla a tutto il partito: una proposta aperta e inclusiva che muove dalla radicale alternativa all’attuale maggioranza che governa la Regione”, commenta Emiliano Deiana, consigliere comunale di Bortigiadas. “Per realizzare questa radicale alternativa serve un Partito democratico in grado di costruire una coalizione ampia, democratica, pluralista, dell’autogoverno  e dell’autodeterminazione. Uno schieramento che parli non di sé stesso ma della Sardegna: di poveri, di periferie, di paesi, di pastori, di alleanza fra aree urbane e aree rurali, di innovazione, di crisi climatica e di vera transizione energetica. Per raggiungere questo obiettivo ci vuole un congresso vero del partito, il cui fine unitario sarebbe l’esito di un percorso che si realizza anche dalle proposte chiare che si sono sviluppate nel nostro documento tematico. Il Pd ha bisogno di eleggere un Segretario autorevole e non un mero gestore dello status quo, il nuovo Segretario deve essere interprete di una linea politica chiara, capace di ristrutturare il partito, di aprirlo alla società esito e conseguenza di un processo che non parte dai nomi ma dalle cose da fare per la Sardegna e per i sardi”.  “Il nostro documento è stato sottoscritto da decine di iscritti e militanti – puntualizza Deiana – pertanto dovrebbe indurre i più avveduti interlocutori a praticare le ragioni dell’unità e della riconciliazione piuttosto che ad enunciarle solamente”.

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