Saranno stati qualche centinaio i militanti LGBTQ+ che questo pomeriggio hanno manifestato a Cagliari, davanti al T-Hotel, contro lo stop del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, bocciato qualche giorno fa dal Senato (con un’esultanza da stadio dei partiti che con il ricorso al voto segreto hanno bloccato l’iter della legge).

“Bregungia”, cioè vergogna, è stata la parola d’ordine del presidio “Le realtà sarde contro le discriminazioni”.

“Quando ho scoperto dello stop del ddl ho pianto, ma poi ho tentato di mantenere la calma”, spiega Alberto, studente di 25 anni – questa politica mi ha deluso, mi piacerebbe un cambio radicale, un ricambio generazionale nelle istituzioni che proponga un qualcosa di più forte e si faccia sentire ancora più di quanto abbia fatto il ddl zan”.

Molti cagliaritani sono stati sconvolti dalla reazione dei parlamentari della Lega e dei Fratelli d’Italia dopo l’esito del voto segreto in Senato. “Siamo governati da uomini che hanno a cuore solamente i loro interessi – dice sconsolata Giulia, anche lei studentessa. ”Dobbiamo farci fare sentire e manifestare. Una legge come quella proposta da Alessandro Zan è importante perché le minoranze vanno tutelate, dalle donne, ai disabili e alla comunità LGBTQ+, tutti hanno una madre, una sorella, o possono avere amici e parenti gay o disabili. Non è giusto che chiunque debba avere paura di uscire di casa anche solo per fare la spesa”. (Michele Zorco)

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