Si chiama alga spirulina e cresce in ambiente extraterrestre. Può servire al duplice scopo di nutrire gli astronauti in missione nello spazio e generare ossigeno, utilizzando l’atmosfera marziana satura di CO2. Dal 2006 il CRS4 e l’Università di Cagliari insieme ad altri soci del Distretto AeroSpaziale della Sardegna, stanno sviluppando, sotto la guida del professor Giacomo Cao, importanti ricerche su questa microalga che potrà consentire all’umanità di sbarcare su Marte. In questi giorni, in particolare, gli scienziati sardi hanno depositato il brevetto di un kit (composto da un clinostato e da una camera con atmosfera di CO2) che può riprodurre le condizioni extraterrestri come quelle marziane e consentire la crescita di queste microalghe in assenza di gravità, nonché valutare il comportamento in tali condizioni di cellule umane, vegetali e animali anche in atmosfera marziana simulata.
L’innovazione – che proietta la Sardegna ai vertici della ricerca aerospaziale – consentirebbe di limitare il materiale da trasportare nel tragitto Terra-Marte utilizzando elementi disponibili in loco quali la CO2 atmosferica, il suolo marziano e l’urina degli astronauti per il sostentamento di missioni umane sul pianeta rosso. Infatti, utilizzando queste risorse sarebbe possibile coltivare su Marte alghe utili sia per la produzione di ossigeno sia per il sostentamento alimentare degli astronauti.
“E’ motivo di grande soddisfazione dare seguito, attraverso il deposito di questo brevetto, al concetto più volte sottolineato di sinergia tra il mondo scientifico-tecnologico e quello imprenditoriale, rappresentato da TOLO Green – spiega Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 e presidente del DASS – Gli studi effettuati dimostrano ancora una volta che nel settore aerospaziale la Sardegna può giocare un ruolo rilevante e significativo, non solo per lo sviluppo di nuove tecnologie ma anche per l’attrazione di importanti investimenti privati nel settore. Ritengo sia importante sottolineare che le future missioni robotiche ed umane su corpi extraterrestri possono rappresentare significativi avanzamenti per reperire risorse, quali ad esempio le terre rare utilizzate per la produzione di microchip, che sulla Terra scarseggiano”.
Soddisfatto anche il Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola: “Nata al Centro interdipartimentale ingegneria e scienze ambientali (CINSA) del nostro ateneo, l’iniziativa si intreccia a doppio filo con alcuni filoni della ricerca scientifica più innovativa, portata avanti da tempo da diversi team di nostri ricercatori. Autorevolezza scientifica e gioco di squadra, ancora una volta, sono le chiavi del successo”.
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