I microfoni dei nostri smartphone talvolta restano sempre accesi e possono carpire informazioni che vengono rivendute a terzi per proporci l’ultimo modello di scarpe da running, la nuova playlist del nostro cantante preferito o un abbonamento annuale in palestra al miglior prezzo.
Un fenomeno che si sta diffondendo sempre più velocemente grazie ai nuovi modelli smartphone che, avendo una memoria più ampia, permettono di scaricare molte più app che in passato: tra queste, ce ne sono diverse che richiedono l’autorizzazione ad utilizzare il microfono. Una volta scaricata l’app, quindi, noi lasciamo, chiavi in mano, tutte le nostre conversazioni a casa, in macchina o durante una passeggiata, alla società proprietaria.
Su questo uso illecito di dati, si è espresso il Garante per la privacy che ha avviato un’indagine dopo la segnalazione di diversi utenti che si son resi conto di una cosa bizzarra: appena pronunciato il nome di un ristorante, un viaggio in programma e quant’altro, ecco comparire sui loro smartphone la pubblicità di quel ristorante o le destinazioni più gettonate del momento.
L’Autorità quindi ha avviato un’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, per cui verranno esaminate una serie di app tra le più scaricate e verrà valutato se l’informativa resa agli utenti è chiara e trasparente e se si è acquisito correttamente il loro consenso.
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