Il Presidente Solinas fa proclami, ma il “no” alle scorie nucleari in Sardegna è già stato dibattuto in Parlamento sei mesi fa. È questo in sintesi quel che sostiene la deputata di Centro Democratico Mara Lapia, dopo la partecipazione al seminario organizzato dalla Sogin, la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare.

“Quasi sei mesi fa, il 13 aprile, è stata approvata una mozione unitaria – sostiene Lapia – che impegna il Governo a preservare, tra gli altri, il territorio sardo. È stato il risultato di un lungo lavoro di concertazione tra le forze di maggioranza che hanno preso la decisione di presentare in aula una mozione unificata”.

Nella mozione approvata in Parlamento, è stato recepito in toto il passaggio fondamentale della mozione presenta da Mara Lapia sull’esclusione dei territori gravati da servitù militari. In questo modo si è scongiurato il rischio che le isole, i siti dichiarati patrimonio dell’Unesco e, appunto, i territori a più alta presenza militare, possano ospitare il deposito della Sogin.

“Si è trattato di un atto di indirizzo politico forte – ha aggiunto la capogruppo di Centro Democratico – affinché la Sardegna non debba ospitare il sito di stoccaggio delle scorie nucleari. Un successo ottenuto grazie al confronto con le altre forze politiche, a tratti molto duro ma sicuramente costruttivo”.

“Il primo firmatario della mozione è stato Riccardo Molinari, capogruppo Lega – puntualizza Lapia – ma stranamente al Presidente Solinas questo passaggio è sfuggito. Evidentemente il dialogo con la Lega è diventato farraginoso, oppure Solinas non studia i provvedimenti e gli atti parlamentari. O ancora, tesi più probabile, il nostro Presidente preferisce fare un po’ di becera propaganda, attribuendosi meriti non suoi e soprattutto dimenticandosi del lavoro svolto da altri in nome e in difesa della regione che lui governa. Ma si sa, ogni tanto un diversivo torna utile per far dimenticare ai sardi altre e ben più urgenti questiono che si dovrebbero risolvere a Villa Devoto”.

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