Dieci anni fa nasceva a Cagliari, nella redazione del Largo Carlo Felice, il giornale che state leggendo. Allora era un magazine quindicinale cartaceo, totalmente a colori, con una stampa free di 30mila copie distribuite nella città metropolitana. Ricco di firme, di servizi, di contenuti originali, Cagliaripad si inseriva in una società in grande cambiamento. L’evoluzione dei consumi mediatici stava segnando la svolta di una trasformazione copernicana: accanto alla televisione, il mezzo dominante, si affermava il nuovo paradigma dell’informazione on line veicolata dai social network.
La crisi economica ha accelerato il processo di trasformazione del sistema dei media, sospinto dallo sviluppo tecnologico, modificandone alcune direttrici. E determinando metamorfosi inattese, secondo il paradigma della moltiplicazione dei contenuti, la parcellizzazione dei messaggi, la disintegrazione della monade-giornale e l’assottigliamento del confine tra i generi della comunicazione.
Le innovazioni tecnologiche hanno spinto l’informazione verso nuovi scenari di offerta. Cagliaripad nel 2011 è diventato un giornale digitale, spinto dal vento del cambiamento. Dieci anni dopo ha cambiato ancora rotta, rilevato da due editori – Massimo Lai e Claudia Erdas – ambiziosi e visionari, che vogliono conquistare un ruolo di primo piano nel panorama dell’informazione sarda.
Oggi siamo “onlife”, per dirla con Luciano Floridi: viviamo una sola vita ma in due spazi differenti – quello reale e quello digitale – sovrapposti e complementari, capaci di influenzarsi a vicenda. Siamo probabilmente l’ultima generazione a sperimentare una chiara differenza tra offline e online, o ad accorgerci delle dicotomie reale-digitale, umano-macchina. L’innovazione corre e il futuro è il metaverso: un mondo virtuale che permette di vivere costantemente immersi al suo interno.
Così, per usare un’altra metafora cara a Floridi, siamo come delle mangrovie, che crescono in un clima meraviglioso dove il fiume di acqua dolce incontra il mare di acqua salata e non sanno più in che acqua vivono. Com’è l’acqua? È salata o dolce?
In questa terra di mezzo che è la vita l’acqua è diventata salmastra. Lo scopo del nostro giornale, oggi più che mai, sarà quello di filtrare le fonti per darvi un’informazione pulita. Con gli occhi sempre aperti: perché il giornalista cieco vede solo le ombre. Quello che li spalanca vede tutto.
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