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“Gentilissimo Presidente Draghi, Le chiediamo di non dimenticarsi della strage del Moby Prince, la più importante  tragedia della marina mercantile italiana dal dopo guerra” L’accorato appello è di appello è di Luchino Chessa, figlio del capitano Ugo Chessa e Presidente dell’associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus.

“Leggiamo con interesse che ha avuto un incontro con le associazioni dei familiari delle vittime di stragi e che la Presidenza del  Consiglio ha preso in carico la guida del comitato per la decretazione degli atti riguardanti le stesse, indicando come presidente del  suddetto comitato il segretario generale Roberto Chieppa”, scrive Chessa insieme a Nicola Rosetti, Vice-Presidente Associazione 140 Familiari vittime Moby Prince. “Siamo in sintonia con le sue richieste di chiarezza e giustizia, quali contributo per ricostruire le vicende drammatiche che hanno caratterizzato la storia recente del nostro Paese, ma Le chiediamo di non dimenticarsi della strage del Moby Prince, la più importante  tragedia della marina mercantile italiana dal dopo guerra”.

Il 10  aprile del 1991 nel porto di Livorno, affollato di navi militari e  militarizzate, in seguito alla collisione tra un traghetto passeggeri,  il Moby Prince, e la petroliera Agip Abruzzo, morirono in modo atroce ben 140 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio del Moby Prince. Indagini e processi avevano portato alla costruzione di una  verità di comodo, basata su una nebbia improvvisa e su un comando del  traghetto distratto, aspetti che per anni hanno derubricato la strage  del Moby Prince ad un banale incidente – ricordano i familiari delle vittime -. È servita una Commissione parlamentare di inchiesta del Senato della  Repubblica Italiana della scorsa legislatura per ribaltare le verità  processuali, evidenziando che la nebbia non era presente, che i passeggeri e i membri dell’equipaggio del traghetto hanno vissuto molte ore e che era palese che nessuno aveva prestato soccorso al Moby Prince. Una vera e propria omissione di soccorso. Sono stati lasciati al loro destino, un destino crudele di atroce sofferenza e di morte. Per un banale incidente non viene istituita una Commissione parlamentare e tantomeno viene istituita la nuova Commissione della Camera che sta lavorando nell’attuale legislatura”.

“Gentilissimo Presidente – conclude la lettera indirizzata a Draghi – Le chiediamo di ricordarsi in futuro nella strage del Moby Prince ed inoltre di impegnarsi a far desegretare eventuali documenti che potrebbero essere utili per comprendere cosa è avvenuto realmente nel porto Livorno la notte del 10 aprile 1991 e tutti i successivi tentativi di interferenza, manomissione ed omissione, e infine di  appoggiare con forza la Commissione parlamentare che sta muovendo i suoi passi alla ricerca della verità. Noi familiari ci siamo, quando vuole la incontriamo con vero piacere”.

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