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Tempi difficilissimi per la mobilità della Sardegna. Non che sia una novità. Non che sia sempre stato rosa e fiori. Ma la situazione sta davvero precipitando. Dal 15 ottobre i sardi si dovranno dimenticare della continuità territoriale aerea che, con il passaggio di consegne tra Alitalia e la Newco Ita, non potrà essere prorogata. Un concetto, quello di continuità territoriale, che non ha mai fatto presa. Forse perché sembra un po’ burocratese. Sta di fatto che dovremo dimenticarci dei voli aerei disponibili in ogni orario, seppure soltanto per Roma e Milano. E soprattutto i prezzi calmierati.

Se non ci saranno sorprese, tra poco più di un mesetto dovremmo affidarci esclusivamente ai collegamenti forniti dai vettori low cost, con orari mutevoli e spesso poco agevoli. Sicuramente a prezzi di mercato. Come abbiamo scritto, Ita, la nuova compagnia aerea, non può subentrare ad Alitalia nei voli per la Sardegna: quindi, non è possibile prenotare un volo da e per la Sardegna a partire dal 15 ottobre se non con i low cost.

Come se non bastasse anche i collegamenti marittimi stanno entrando in crisi. Tra una settimana esatta, il 14 settembre, Tirrenia sopprimerà il collegamento tra Cagliari Arbatax e Civitavecchia. E per una regione come la Sardegna, dove gli approvvigionamenti vengono dal mare, questo può significare molti problemi.

Eppure, tranne le timide doglianze delle nostre istituzioni che rimbrottano il Governo centrale, non si vedono grandi mobilitazioni in vista.

La Sardegna oltre che isolata si è rassegnata.

Quel che resta del popolo sardo, sempre attento a indispettirsi e ad indignarsi sui social network quando viene toccata una conchiglia o un granello di sabbia della propria isola, sembra non essere minimamente scosso da questa possibile privazione della libertà di movimento.

Forse il tema dei trasporti, quel concetto di continuità territoriale, che sa un po’ di burocratese, non piace molto. Eppure, il significato è chiaro: senza continuità territoriale spostarsi dalla Sardegna sarà poco agevole e molto più costoso.

Potrà farlo soltanto di chi ha possibilità economiche. Senza continuità territoriale marittima ci saranno anche meno prodotti disponibili.

Insomma, è una questione di democrazia e di libertà. Un concetto, quest’ultimo, che probabilmente in quest’ultimo periodo fatto di privazioni si deve essere un po’ sbiadito. Forse è meglio non pensarci e andare al mare per godersi gli ultimi scampoli di questa estate. In fondo chi se ne frega di quello che succederà alla Sardegna tra un mese….

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